Ora che, al quinto giorno d'ingorgo negli aeroporti, lo stallo dei cieli sembra sul punto di rientrare (vulcano permettendo) è possibile trarre almeno un paio di lezioni. La prima è che nel mondo interconnesso non poter viaggiare è una iattura paragonabile a un'epidemia. Ha dei costi umani ed economici, che gravano anche su paesi non direttamente interessati. E richiede misure eccezionali, come le navi militari inviate dalla Royal Navy per riportare a casa i britannici bloccati in Spagna. La seconda è che, come sperimentato in un paio di recenti epidemie (aviaria, Sars, mucca pazza), a emergenza globalizzata serve governo globalizzato. Ciò che non è stato. Eurocontrol, organismo con sede a Bruxelles che controlla la sicurezza di chi vola in Europa, ha controllato poco. Perché è finito infilzato tra le compagnie, preoccupate dei costi, e gli stati, lenti a decidere dietro il richiamo - pur doveroso - alla sicurezza. Su tutto una gran confusione, anche tecnica, delle decisioni. Insomma Bruxelles debole, su un'Europa diventata, grazie a un vulcano, rosa dei venti d'interessi contrapposti. Quasi una metafora di qualcos'altro.