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DEBITO SOVRANO / L'Fmi di fronte al bivio Europa

di Kenneth Rogoff

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22 Aprile 2010

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Il problema che insorge quando si ricopre il ruolo di "Mister Courtesy" troppo a lungo è che, anche con le sue ingenti nuove risorse, l'Fmi non potrà sostenere in eterno i suoi clienti. Se lo facesse, potrebbe ritrovarsi privo di fondi sufficienti per gestire la prossima crisi, che inevitabilmente arriverà, con ogni probabilità da paesi inimmaginabili quali il Giappone o la Cina. Oltretutto, se il Fondo perdesse tutta la propria credibilità per aver catalizzato la riforma del budget, i suoi magnanimi salvataggi in extremis servirebbero soltanto a esacerbare una più vasta crisi del debito sovrano globale, che si sta preparando non soltanto in Europa, ma anche negli Stati Uniti, in Giappone e altrove. Crescita lenta, invecchiamento della popolazione e deficit in escalation compongono un mix alquanto pericoloso.

La questione per l'Fmi in Europa non è sapere se ha un piano efficace per intervenire, essendo già intervenuto in forze. La questione è se abbia una strategia di uscita plausibile.

(Traduzione di Anna Bissanti)
© Project Syndicate, 2010

TRA GLI INTERVENTI
GRAN BRETAGNA
Nel 1976, per affrontare i problemi finanziari dovuti alla crisi petrolifera e alla stagflazione, il governo laburista si rivolse all'Fmi, ottenendo un prestito di 3,9 miliardi di dollari. Ad aprile era diventato premier James Callaghan

UNGHERIA
Nel 2008 l'Fmi ha aiutato alcuni paesi dell'Europa dell'Est a fronteggiare la crisi finanziaria. Tra quelli che ne hanno beneficiato l'Ungheria, che ha ricevuto 15,7 miliardi di dollari.

GRECIA
È di questo ultimo periodo il caso greco. Entro maggio verranno definiti gli aiuti al paese. Oltre alla Ue, interverrà l'Fmi con 10-15 miliardi di euro. Per ora si stanno discutendo con l'esecutivo di Atene le condizioni "tecniche" per attivare gli interventi.

22 Aprile 2010
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