ROMA - Il sindacato sulle rogatorie internazionali non può essere trasformato in una sorta di giudizio parallelo e anticipato sulla responsabilità penale o su normative interne all'ordinamento giuridico straniero. In sostanza, non si può trasformare l'istituto in una sorta di processo sul processo. Così il "Giudice per la terza istanza penale" di San Marino (la nostra Corte di cassazione) ha accolto una richiesta di rogatoria internazionale avanzata dalla Procura di Roma.
Al centro dell'inchiesta condotta dalla Guardia di finanza ci sono i vertici di una società con sede nella repubblica del Titano. Con il supporto di intermediari finanziari e bancari, secondo le fiamme gialle, la società entrata nel mirino e che ha provato a opporsi alla rogatoria internazionale, avrebbe messo in atto una complessa operazione di criminalità economica riciclando non meno di 100 milioni, trasferendoli prima all'estero e reimpiegandoli successivamente in Italia.


Una sentenza certamente che farà storia, sia nei delicati rapporti tra San Marino e Italia che provano a evolversi verso una maggiore collaborazione sul contrasto all'evasione fiscale e alla criminalità organizzata, sia per i nuovi limiti che la pronuncia pone alla libertà di movimento del denaro sporco da e per il Titano. Inoltre, per la prima volta l'avvocatura dello Stato italiano ha assistito, fino al terzo grado di giudizio, le pretese della procura di Roma e sostenuto in toto il frutto della complessa indagine condotta dalle Fiamme gialle nella sua triplice specificità (unica nel panorama europeo) di polizia valutaria, giudiziaria e tributaria.


Non è infatti un caso che lo stesso giudice sanmarinese nella sentenza depositata il 20 aprile scorso affermi che «gli atti e i documenti trasmessi dall'autorità giudiziaria richiedente (Procura di Roma ndr) forniscono all'ipotesi investigativa un riscontro probatorio adeguato e anzi decisamente superiore alle esigenze di giudizio di exequatur (perquisizione e sequestro ndr)».
Prove che attestano ingenti movimenti di denaro tra Italia e San Marino con la messa in atto di operazioni complesse e «anomale e per più versi irregolari», precisa il giudice. Dai riscontri del nucleo speciale di polizia valutaria è, infatti, emersa un'associazione a delinquere transnazionale finalizzata alla realizzazione di reati come l'abusivismo finanziario e quello dei servizi di investimento, trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio con il reimpiego di denaro in attività economiche e finanziarie.


In sostanza, l'evasione fiscale in questo caso è solo una parte che sarà peraltro quantificata non appena l'operazione decollerà grazie al via libera alla rogatoria. E da scavare ce ne sarà, visto che i paesi esteri interessati, oltre San Marino, sono Portogallo (Madeira), Vanuatu, il Regno Unito (con attività localizzate a Londra), il Delaware (Stati Uniti), Panama, Svizzera e Lussemburgo. Inoltre le persone fisiche attualmente coinvolte e segnalate all'autorità giudiziaria sono 25, quelle giuridiche una trentina (prevalentemente società di capitali). Il che lascia prefigurare una ricaduta degli effetti delle indagini su migliaia di soggetti. A ora le Fiamme gialle hanno sequestrato 8 milioni di euro di valori nonché quote societarie e holding finanziarie.

L'indagineIl quadro
La Gdf ha fatto emergere complesse operazioni di trasferimento di denaro. Il primo passo è stato quello di partire dall'appropriazione indebita con l'accumulo di capitale realizzato con l'emissione di assegni circolari da un conto corrente di un'impresa quale pagamento di fatture di operazioni inesistenti per importi sotto la soglia di vigilanza
Crediti fittizi
I crediti fittizi venivano contabilizzati in favore dei soci a titolo di ipotetici pagamenti a favore di fornitori inesistenti. Dei ricavi realizzati con operazioni bancarie "per cassa" neanche l'ombra per poi versare il controvalore in depositi personali
In uscita
Sono emersi il trasporto di assegni per San Marino e bonifici per cassa con tanto di prelievi virtuali effettuati grazie anche a intermediari italianiGli altri paesi
I paesi esteri interessati, oltre a San Marino, sono Portogallo (Madeira), Vanuatu, il Regno Unito, Delaware (Stati Uniti), Panama, Svizzera e Lussemburgo

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