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Processo Ifil-Exor, il tribunale chiede una nuova perizia

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Venerdí 23 Aprile 2010

MILANO
Tutto rinviato per il processo Ifil-Exor. Il Tribunale di Torino ha deciso, a sorpresa, uno slittamento di alcune settimane, ai primi di maggio, dell'iter giudiziario, quantomai delicato e atteso visti lo status dei personaggi coinvolti (praticamente tutta la prima linea dei manager della cassaforte economica della famiglia Agnelli). E si affida a un perito sull'operazione di equity swap di titoli Fiat all'epoca del prestito convertendo della casa automobilistica.
Nell'udienza preliminare per la decisione dei giudici, che vede imputati Gianluigi Gabetti, Virgilio Marrone e Franzo Grande Stevens, il presidente del Tribunale, Giuseppe Casalbore, ha ordinato la sospensione della discussione disponendo una ulteriore perizia sull'effetto che i comunicati delle holding Ifi-Ifil (poi diventata Exor) hanno avuto sui mercati. Il presidente del Tribunale ha quindi rinviato ai primi di maggio l'udienza per formulare la richiesta ad un perito e per nominare il perito stesso.
Una decisione inattesa che viene letta come un punto a favore della difesa. La vicenda risale all'estate 2005 quando alla luce dei movimenti in atto sul mercato, e del prestito convertendo delle banche a Fiat, in scadenza il 15 settembre di quell'anno, c'era l'eventualità che la quota Ifil nel Lingotto si diluisse dal 30 al 22%. Le allora Ifi e Ifil, finanziarie di casa Agnelli che a cascata controllavano Fiat, siglarono un'operazione di scambio titoli con la finanziaria lussemburghese Exor (ora chiamata Old Town), interpretata dal mercato come una mossa per non perdere il controllo. Al centro del processo, dopo quello già conclusosi di fronte alla giustizia amministrativa, il comunicato che il 24 agosto 2005 venne diffuso su richiesta della Consob per conoscere se e quali iniziative erano state intraprese dal gruppo torinese: in quella nota, diffusa da Ifil/Exor e dall'accomandita Giovanni Agnelli, si sosteneva in sostanza che nulla era stato avviato, né era allo studio. Secondo l'accusa, invece, quel comunicato sarebbe passibile del reato di aggiotaggio (falsa informativa al mercato al fine di manipolare titoli). Poche settimane dopo venne però chiuso lo swap tra Ifil ed Exor. Un'operazione, secondo quanto ricostruito dal pm, che in realtà era in fieri da mesi e che «serviva quanto meno allo scopo» di salvare il controllo della Fiat, tanto che era stata coperta da una «ossessionante riservatezza». Ora è proprio per capire gli effetti di quel comunicato, che il tribunale di Torino intende assegnare all'esperto super partes del processo per l'equity swap di Ifil-Exor. Tra i giudici c'è stretto riserbo: nessuna anticipazione è stata fornita, nemmeno in aula. Ma sarebbe questo l'orientamento del collegio, secondo quanto riferito da alcune agenzie di stampa.
L'annuncio è stato accolto con «soddisfazione» tra gli avvocati della difesa anche se, al momento, nessuno sa con precisione di cosa si tratti. «Crediamo - ha dichiarato ieri all'Ansa l'avvocato Marco Ferrero - che il Tribunale abbia ritenuto opportuno verificare gli effetti del comunicato. Vuol dire che le nostre obiezioni hanno trovato una parziale rispondenza».
R. Fi.

Venerdí 23 Aprile 2010
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