Federico Rendina
ROMA
Via ai nuovi tetti antitrust "flessibili" per l'Eni, misurati non soltanto sulla vendita e sull'immissione in rete del gas in Italia (gli attuali limiti, rispettivamente del 50 e del 61% scadono a fine anno) ma anche sui "polmoni" di stoccaggio, nei quali la supremazia di un singolo operatore verrà limitata al 40%, elevabile al 60%. E la flessibilità di questi tetti verrà legata proprio all'impegno, dell'Eni ma anche dei concorrenti, sul potenziamento dei grandi serbatoi ora insufficienti, per garantire al sistema metanifero italiano un doppio salto di qualità. Si favorirà la vera liberalizzazione del settore e quindi la concorrenza (che ora manca) con l'operatore dominante. E si potrà concretizzare l'ipotesi (cara, tra gli altri, al Presidente dell'Authority per l'energia Alessandro Ortis, ma ora anche dal Governo) di trasformare la penisola in un profittevole "hub" continentale del gas, destinato a tenere banco sugli scacchieri energetici ancora per molti decenni.
Via dunque alla ricetta per il nostro decollo metanifero, contenuta del decreto legislativo «per la maggior concorrenzialità nel mercato del gas ed il trasferimento dei benefici risultanti ai clienti finali» predisposto dal Ministero dello Sviluppo per recepire la delega dettata dalla legge 99 dell'estate scorsa (quella che traccia il ritorno all'energia nucleare) dopo un complesso lavoro di mediazione con l'Eni, i concorrenti, le categorie industriali energivore e le associazioni dei consumatori.
Il mix tra tutela del campione energetico Eni, le ambizioni dei concorrenti più robusti e le richieste degli operatori più piccoli, compresi quelli che rappresentano i consorzi dei consumatori, sembra ora accontentare una buona platea di interessati, anche se con qualche distinguo. Favorendo un nuovo, indispensabile, passo: il decollo della nascente Borsa del gas.
Lo schema in 12 articoli approvato in prima lettura dal Consiglio dei ministri di ieri mattina dopo un tentativo nella riunione della scorsa (ma sospeso per ulteriori mediazioni) conferma nella sostanza la bozza anticipata nei giorni scorsi (si veda Il Sole 24 Ore del 15 aprile), ma con qualche aggiustamento non di dettaglio.
Nell'attesa di annullare o riproporre in altra forma i tetti sulla vendita in scadenza, i nuovi limiti di "occupazione" degli stoccaggi, ora quasi totalmente controllati dall'Eni attraverso la Stogit, possono essere innalzati dal 40 al 60% in cambio di impegni dell'Eni sulla realizzazione di nuove infrastrutture, o sul potenziamento (ad esempio con sovrapressioni) di quelle esistenti. Ampliandole per almeno 4 miliardi di metri cubi rispetto ai 13 miliardi attuali. Questo con la partecipazione di nuovi investitori (anche le piccole imprese attraverso le loro associazioni o operatori qualificati, fino ad una quota complessiva del 30%, come prevede l'ultima versione del testo) che in cambio ne avranno l'uso effettivo quando saranno disponibili, ma con un anticipo praticamente immediato di "capacità virtuale" tra uno e due miliardi di metri cubi. Grazie ad un meccanismo che prevede in alternativa una compensazione complessiva per «un importo massimo, per ciascun anno termico, di 50 milioni di euro».
Cifre e quantità sono legate al vantaggio più eclatante che l'apertura degli stoccaggi dovrebbe estendere agli altri operatori e ai consorzi di consumatori: la possibilità di godere in proprio, o con il ruolo di trader, dell'opportunità di comprare il gas nei periodi più favorevoli, a prezzo più basso (tipicamente d'estate) per poi rivenderlo a prezzo più alto nei periodi di picco della richiesta.
Facile intuire come tutto ciò possa rivelarsi decisivo allo sviluppo di un mercato più diffuso anche transfrontaliero, configurando appunto un "hub" continentale del metano.
Perché lo schema approvato ieri diventi operativo bisognerà attendere il parere (e le ulteriori mediazioni?) delle commissioni parlamentari, a cui si accompagnerà il setaccio dell'Antitrust. Ma ciò non impedisce al ministro dello Sviluppo Claudio Scajola di considerare acquisito un importante risultato: un'offerta «più dinamica e concorrenziale» porterà – dice il ministro – ad «una riduzione dei prezzi del gas, già dal prossimo inverno».
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Il testo del provvedimento