Daniele Lepido
MILANO
Ci vuole un pizzico d'azzardo e magari qualche buon venture capitalist per sviluppare modelli di business tecnologicamente avanzati. Dall'ottica adattiva per i telescopi stellari agli strumenti di diagnostica via internet. Sono comparti che richiedono finanziamenti iniziali mirati e l'Italia non è l'America o la Francia dove il venture capital è più sviluppato.
Eppure anche da noi qualcosa si muove e tra i gruppi più attivi nel settore c'è TTventure, fondo chiuso italiano dedicato al trasferimento tecnologico promosso da Fondazione Cariplo, Acri, Camera di commercio di Milano e gestito da Fondamenta Sgr. L'ultima sua "preda" si chiama M31, società padovana «che crea imprese ad alta tecnologia e favorisce l'imprenditorialità dei giovani e la nascita nel territorio di realtà produttive ad alto valore aggiunto», racconta Ruggero Frezza, già docente di ingegneria all'università di Padova, oggi presidente e amministratore delegato di M31. Dal punto di vista societario TTventure ha investito nel gruppo veneto tre milioni aggiudicandosi una quota del 24% di M31 Italia Srl, posseduta a sua volta da M31 Spa (76%) alla quale fanno capo 18 soci tra i quali Giannino Marzotto, entrato nel 2008 con un milione.
«Per noi M31 è un investimento ideale – racconta Giuseppe Campanella, presidente di Fondamenta sgr – perché i suoi obiettivi coincidono con i nostri, ovvero supportare la nascita di imprese ad alta tecnologia e favorire l'imprenditorialità dei giovani, in collaborazione con la ricerca universitaria».
M31 ha contribuito in questi mesi alla creazione di cinque aziende. Tra le più interessanti c'è CenterVue, che opera nel biomedicale e sviluppa strumenti diagnostici a elevata automazione, interconnessi via web, per la diagnosi precoce del rischio cecità. Ma anche Adaptica, che progetta, produce e commercializza sistemi di ottica adattiva controllati da microcomputer che consentono il trattamento dei fasci di luce.
Questo in M31 è il quarto investimento in due anni di TTventure. Nel suo portafoglio il fondo delle fondazioni bancarie ha Bluegreen, azienda di ricerca farmacologica nata dall'esperienza dell'istituto Mario Negri e dell'università dell'Insubria che estrae un particolare zucchero dalle alghe e lo utilizza come antiepilettico. E ancora: Directa Plus, start up fondata nel 2005 che sviluppa processi per la produzione di nanoparticelle di metallo e carbonio, ma anche la calabrese Personal Factory, che ha ideato un sistema per produrre malte speciali per l'edilizia.
All'orizzonte c'è un investimento di 750mila euro in un'azienda che sequenzia il Dna delle viti da vino per capire se sono o meno predisposte alle malattie genetiche. L'azienda è uno spinoff dell'Università Statale di Milano e ha solo un difetto: il nome, pensato in tempi non sospetti, che presto verrà cambiato: si chiama International plant analysis and diagnostics. Che in effetti suona Ipad.
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