«La preparazione di Expo ha imboccato il ritmo giusto e la strada giusta» ripetono in coro i vertici della società di gestione (Lucio Stanca e Diana Bracco) e i massimi livelli politici, in testa il governatore Roberto Formigoni, i ministri intervenuti ieri al Teatro Strehler e, naturalmente, il sindaco-commissario Letizia Moratti. In effetti, dopo un anno e mezzo trascorso a litigare e a cercare risorse da mettere sull'evento, oggi esiste una road map stringente da qui al 2015. Tempi, date, finanziamenti, tutto è scritto nero su bianco nel dossier in fase di registrazione al Bie.
Esiste un masterplan "confezionato" per molta parte da un gruppo di giovani neolaureati del Politecnico sotto la supervisione di architetti e ingegneri di grido, definito «eccellente» dal Bureau parigino. Ed esiste, infine, la prospettiva di regalare alla città e al sistema Italia, un ritorno economico di circa 42 miliardi di euro (dati Bocconi), e un grande "orto" globale dove fare ricerca agroalimentare a vantaggio di cittadine e imprese. Sarebbe un delitto rovinare tutto. Un'altra volta. Per gelosie politiche o, peggio, polemiche decisamente fuori tempo massimo.