Entro tre anni, ovvero entro la fine della legislatura, il nucleare italiano prenderà corpo con l'avvio dei lavori della prima centrale. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a margine dell'incontro bilaterale con il leader russo Vladimir Putin, ha dettato i tempi e le azioni del progetto. Spiegare all'opinione pubblica l'operazione e la necessità per il paese di utilizzare l'energia nucleare. Anche con campagne televisive, già in agenda. Accelerare nella ricerca della fusione, in collaborazione con i laboratori russi. Individuare i siti e iniziare i lavori della prima centrale. In 36 mesi.
Il programma è molto ambizioso, e Berlusconi non si illuda. Non sarà una passeggiata nel parco. Le reazioni di ieri sono lì a dimostrarlo: minacce di referendum, manifestazioni preventive, urla e strepiti. Tra i governatori e i sindaci - anche tra quelli amici - le opposizioni non mancheranno. Presidente Berlusconi non si lasci impressionare. Il nucleare è una strada obbligata per rendere il paese, le generazioni future, libere dalla schiavitù energetica. È un treno che il paese ha perso già una volta e non può permettersi di perdere ancora. È una grande opportunità per la crescita e per la ricerca scientifica. Tutto il resto è irresponsabile.