Standard & Poor's ha declassato di tre livelli in un sol colpo il debito pubblico della Grecia, riducendolo al rango di «junk bond» (titoli «spazzatura») e ha abbassato di due gradi il rating dei titoli pubblici portoghesi, mentre il ministro delle Finanze ellenico George Papaconstantinou ha avvertito che «il paese non può più rivolgersi al mercato» e quindi non potrà fare a meno degli aiuti internazionali. Immediato il contraccolpo sui mercati: i tassi sui titoli greci sono saliti alle stelle (10,29% i bond a dieci anni), le Borse europee hanno chiuso in pesante ribasso (Milano -3,3%) bruciando 160 miliardi di euro in una seduta, e anche Wall Street ha ceduto molto terreno, soprattutto nel finale (S&P 500 -2,3%). L'euro è sceso fino a 1,3168 dollari, minimo da un anno, e insieme alla valuta Usa gli investitori hanno premiato i bond americani, ritenuti ora un bene rifugio: è andata a ruba l'asta di 44 miliardi di dollari di certificati del Tesoro. Bene anche l'asta italiana di BoT e CTz per 9,5 miliardi. La presidenza spagnola della Ue ha convocato un vertice dei paesi dell'Eurozona lunedì 10 maggio, il giorno dopo le elezioni tedesche in Nord Reno Vestfalia. Secondo il Financial Times, il Fondo monetario internazionale è ora pronto ad alzare da 15 a 25 miliardi il contributo ad Atene, portando a 55 miliardi il pacchetto di prestiti erogati da partner Ue e Fmi.
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