Italia e Spagna hanno fronteggiato il mercato ieri con due maxi-aste di BoT e T-bill, raccogliendo rispettivamente 9,5 e 2,64 miliardi, con rendimenti in netto rialzo in un contesto ad alta tensione per il contagio che la crisi greca sta avendo sui titoli di stato dell'Eurozona "periferica". Le offerte dei buoni italiani a sei mesi, assieme a 4 miliardi di CTz, e dei bill spagnoli trimestrali e semestrali hanno preceduto di qualche ora il doppio declassamento di Portogallo e Grecia da parte di Standard & Poor's, evitando così le scosse più violente provocate dall'ennesima fuga verso la qualità, movimento che dirotta gli acquisti sui bond governativi in euro considerati più affidabili in assoluto, gli «schatz», i «bobl» e i bund tedeschi.
Il Tesoro italiano ha confermato ieri la strategia messa in atto già da svariati mesi: emettere BoT per un importo inferiore rispetto all'ammontare in scadenza, per creare un cuscinetto di sostegno alla domanda e dunque al prezzo. I BoT a sei mesi in scadenza ieri erano pari a 10,45 miliardi e in asta ne sono andati 9,5 miliardi. Le previsioni degli addetti ai lavori, in base all'andamento dei rendimenti sul mercato secondario lunedì, hanno pronosticato ancor prima dell'asta un tasso di assegnazione al rialzo di una decina di centesimi rispetto all'emissione del mese precedente: negli ultimi giorni tutti i rendimenti dei titoli di Stato dei paesi dell'eurozona cosiddetti "periferici" hanno registrato un movimento all'insù, causa l'aggravarsi della crisi di fiducia sui problemi della Grecia, e i BoT non sono stati risparmiati dalla burrasca. Per la Spagna stessa identica sorte, con un importo in offerta ieri in linea con le emissioni precedenti.
L'asta dei BoT non ha brillato, com'era da attendersi viste le circostanze. È stato un collocamento più debole di quanto previsto dai trader, il rendimento è salito oltre i livelli pronosticati, ma a conti fatti l'esito non è stato giudicato negativamente dal mercato. «L'Italia è una roccia», ha detto un banchiere. Il Tesoro ha raccolto 9,5 miliardi contro una domanda da 9,78 miliardi: questo significa che il seguitissimo bid-to-cover ratio – cioè il rapporto tra l'importo offerto e quello richiesto – è stato di 1,029 volte, piuttosto basso (l'asta dei BoT semestrali di marzo da 9 miliardi aveva messo a segno un rapporto di 1,499 volte). Il rendimento dei titoli assegnati è salito allo 0,814% contro lo 0,567% dell'emissione precedente e rispetto allo 0,68-0,71% previsto dal mercato. Per il risparmiatore privato, al netto delle commissioni totali e della ritenuta alla fonte, questo Buono ha pagato lo 0,71 per cento.
Per la Spagna è andata lievemente meglio in termini di bid-to-cover ratio rispetto all'Italia, ma peggio per l'impennata dei rendimenti. I T-bill spagnoli a tre e sei mesi hanno registrato un rapporto di 3,3 volte e di 2,1 volte (comunque molto più basso contro i rapporti 4,3 volte e 3,2 volte delle aste precedenti di Madrid) e i rispettivi rendimenti sono saliti: il trimestrale allo 0,55% (contro lo 0,33% di marzo) e il semestrale allo 0,76% (contro lo 0,49%). I BoT sono uno strumento di raccolta immediato, efficace e che si colloca senza problemi: Germania, Francia e soprattutto Olanda hanno fatto ricorso in maniera massiccia ai titoli a brevissima scadenza per raccogliere fondi pubblici per finanziare il sostegno all'economia e al sistema bancario nel 2008 e 2009. Quest'anno però stanno riducendo gli ammontari: i BoT registrano prontamente i rialzi dei tassi (aumentando il costo della raccolta) e impongono un calendario di aste pesante, come per l'Italia.
Il Tesoro italiano ha collocato ieri in aggiunta CTz 30 aprile 2012 per 4 miliardi contro i 6,148 richiesti: il rendimento si è portato all'1,753%, con un aumento dello 0,486% rispetto al collocamento precedente. Questo titolo è stato più richiesto (il bid-to-cover ratio pressoché in linea con l'emissione precedente) perché proprio la scadenza a due anni, a causa della crisi della Grecia, è quella che sta subendo le tensioni maggiori perché concentra i timori del rischio di insolvenza o ristrutturazione del debito ellenico. Domani, il Tesoro torna in prima linea. In arrivo BTp e CcT per un totale massimo di 8,5 miliardi: CcT 2017 per un importo tra 1,5 e 2 miliardi, BTp 2012 per 2-3 miliardi, BTp 2020 per 2,5-3,5 miliardi.
isabella.bufacchi@ilsole24ore.com