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Ciarrapico indagato per truffa aggravata ai danni dello stato

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Mercoledí 05 Maggio 2010

Domenico Lusi
ROMA
Ha incassato indebitamente 25 milioni di euro di contributi pubblici per i giornali locali di cui è editore. Per questo motivo l'imprenditore e senatore del Pdl, Giuseppe Ciarrapico, è indagato dalla Procura di Roma per truffa aggravata ai danni dello Stato. Ieri, su richiesta del procuratore aggiunto Pietro Saviotti e del sostituto Simona Marazza, gli uomini del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, guidato da Leandro Cuzzocrea, hanno messo sotto sequestro preventivo somme per oltre 20,1 milioni di euro: conti correnti, immobili, uno yacht di lusso, le quote di controllo di società editrici, del Bar Rosati di Piazza del Popolo, a Roma, e della Eurosanità, società che gestisce nella capitale le cliniche Quisisana, Villa Stuart e Policlinico Casilino. Tutti beni riconducibili, secondo gli inquirenti, a Ciarrapico che, ufficialmente, si legge nell'ordinanza di sequestro, «risulta nullatenente».
I sequestri si riferiscono a contributi indebitamente erogati, tra il 2002 e il 2005, dal dipartimento per l'editoria della Presidenza del consiglio alle società Editoriale Ciociaria Oggi e dalla Nuova Editoriale Oggi, entrambe riconducibili all'ex re delle acque minerali. Altri 5,1 milioni di contributi, relativi all'anno 2006, erano già stati posti sotto sequestro preventivo a dicembre del 2007. Nelle 61 pagine dell'ordinanza con cui il gip Elvira Tamburelli ha disposto i nuovi sequestri si legge che, dopo il 2007, Ciarrapico ha ripetutamente tentato, tramite le medesime società, di ottenere contributi anche per gli anni dal 2007 al 2010. Senza però riuscirci, a causa dell'intervento della procura.
La legge sull'editoria numero 250 del 1990 stabilisce che per accedere al finanziamento pubblico, le società editrici non devono essere collegate e devono essere partecipate al 51% da una cooperativa. Secondo i pm, Ciarrapico avrebbe fatto figurare «artatamente» che le due società amministratrici degli otto giornali locali da lui controllati avevano gestioni separate e avrebbe «attestato falsamente» che il loro capitale sociale era controllato da cooperative. «Il tenore dei documenti e delle conversazioni intercettare – si legge nel decreto di sequestro – non lascia dubbi sul fatto che Ciarrapico ha sin dall'inizio diretto e controllato le attività del suo gruppo, valendosi formalmente dell'operato di soggetti amministratori delle due società editrici». Da qui le accuse di truffa aggravata che coinvolgono, oltre all'imprenditore, il figlio Tullio e altre cinque persone, tutti amministratori di fatto o di diritto delle società coinvolte nel presunto raggiro. Si tratta di Umberto Silva, Antonio Maria Sinapi, Leopoldo Pagliari, Marco Tartarini e Silvio Giuliani.
Da parte sua Ciarrapico respinge le accuse al mittente: «Si tratta di un'inchiesta dormiente, ritirata fuori per aumentare i rumors giudiziari a carico del Pdl».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Mercoledí 05 Maggio 2010
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