di Serena Danna
In attesa di sapere se sarà lui a vincere il premio Salone del Libro – che verrà annunciato a Torino il 17 maggio – lo scrittore americano Paul Auster è a Gerusalemme per l'International Writers Festival. L'incontro con l'amico e collega David Grossman è appena terminato e l'autore della Trilogia di New York guarda in silenzio le luci della città vecchia dalla terrazza del Mishkenot She'ananim, il primo edificio costruito fuori dalle mura di Gerusalemme, che ospita gli eventi del festival.
Lei, ebreo di origini polacche, ha visitato la prima volta Israele tredici anni fa dichiarando di avere un rapporto conflittuale con questa terra. È ancora così?
Adoro Israele, la grande letteratura che ha prodotto, la bellezza dei luoghi, ma continuo a non accettare molte scelte politiche del governo.
Con l'Italia che rapporto ha?
Ho accettato di partecipare a un festival di letteratura che faranno in Toscana quest'estate solo per passare qualche giorno in quella regione fantastica... Amo l'Italia intera anche se sono un po' arrabbiato con i giornalisti italiani in questo momento.
Perché?
Sono stato coinvolto nello scandalo delle false interviste a «scrittori famosi» del giornalista Tommaso Debenedetti. Non ho mai incontrato né parlato con questo signore, ma lui ha pubblicato addirittura due interviste con me. Mia moglie (la scrittrice Siri Hustvedt n.d.r.) è furiosa per un passaggio dell'ultimo articolo, pubblicato su «Libero» a gennaio, in cui io paragonerei New York a una donna che tradisco e vorrei lasciare senza riuscirci mai.
Sembra più divertito che arrabbiato...
Un uomo che riesce a vendere per anni decine di interviste false senza che nessuno se ne accorga, ha qualcosa di geniale!
Certo, con il copia e incolla da Internet è diventato tutto più facile.
È il serbatoio naturale per il plagio e poi è pieno di falsità. Io non uso il computer, non ho un indirizzo e-mail, lavoro ancora con la macchina da scrivere e non me ne vergogno: per quanto mi riguarda trovo che Internet sia uno strumento del tutto inutile.
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