1 Devo temere per i miei BoT, BTp e CcT?
No. È vero che l'Italia ha un debito pubblico che si avvicina al 120% del Pil, ma la situazione delle nostre finanze pubbliche è sotto controllo come confermato ieri anche dalla Commissione Ue. Il giudizio di solvibilità assegnato dalle tre principali agenzie di rating equivale a zero probabilità di default.

2 Dove troverà l'Italia i quasi 15 miliardi da stanziare per la Grecia in tre anni?
Come ha dichiarato il direttore generale del debito pubblico, Maria Cannata, al «Wall Street Journal», le attuali disponibilità del conto di tesoreria consentono di finanziare istantaneamente la quota di aiuti a carico dell'Italia.

3 Come faccio a sapere se il mio fondo comune, il mio fondo pensione, la mia polizza Vita hanno una quota investita in titoli a rischio come quelli greci?
Con vario ritardo, i soggetti che gestiscono questi strumenti devono rendere disponibili agli aderenti e sottoscrittori il dettaglio dei titoli in cui sono investite le rispettive attività. Quindi i dati accessibili a oggi potrebbero non essere più significativi.

4 Ho visto che i titoli di Stato biennali greci rendono il 15% annualizzato. È il caso di approfittarne?
La quasi totalità dei risparmiatori dovrebbe evitare di prendere dei rischi incontrollabili come quelli che ora caratterizzano i titoli di Stato greci. Le loro quotazioni possono sembrare attraenti, ma solamente chi è pronto ad affrontare un possibile default ha teoricamente le capacità per fare una piccola scommessa. I casi Argentina e Parmalat insegnano.

5 Ho sentito parlare di un possibile piano di ristrutturazione del debito greco. Cosa significherebbe?
Il Governo greco e le autorità dell'Eurogruppo hanno sempre smentito questa eventualità, che rappresenterebbe pur sempre un default. Una ristrutturazione potrebbe consistere in un allungamento di qualche anno delle scadenze dei titoli a più breve termine per dare alla Grecia più tempo per risanare i propri disastrati conti. Le quotazioni dei titoli interessati si riaggiusterebbero istantaneamente su livelli impossibili da prevedere adesso.

6 L'euro sta perdendo sempre più terreno rispetto al dollaro. È il caso di comprare obbligazioni in valuta?
Da quando siamo nella moneta unica, la diversificazione valutaria negli investimenti obbligazionari può essere opportuna, ma non è così necessaria come ai tempi della lira. Uno sfaldamento dell'euro è molto improbabile, ma in ogni caso l'andamento relativo delle valute è totalmente imprevedibile. Qualcuno è convinto che l'euro continuerà a svalutarsi, ma se questa fosse l'opinione prevalente, il mercato l'avrebbe già in buona parte scontata.

7 Noto che anche gli indici dei mercati azionari stanno perdendo quota. Ma cosa c'entrano le Borse internazionali con il debito pubblico greco?
I mercati dei capitali sono fortemente interdipendenti. Quando si diffonde la paura, un numero imprecisato di investitori riduce l'esposizione sulle attività rischiose (come le azioni) e cerca rifugio in quelle percepite come "sicure" (come i titoli di Stato tedeschi o Usa).

8 Ma se volessi veramente mettere i miei soldi al sicuro, cosa dovrei scegliere?
I titoli di Stato e i buoni postali italiani continuano a essere tra le attività più sicure nel portafoglio delle famiglie. Chi volesse aumentare ulteriormente la sicurezza, puntando per esempio ai titoli di Stato tedeschi o emessi da enti sovranazionali, dovrebbe accontentarsi di rendimenti inferiori.

9 Perché la crisi greca è contagiosa?
Proprio per l'elevata interdipendenza dei mercati finanziari. Ci sono altri Paesi in difficoltà sui conti pubblici (come il Portogallo, la Spagna o l'Irlanda), e la stessa crisi greca ha dimostrato la debolezza politica dell'unione monetaria. Gli investitori allora pretendono dei rendimenti più alti sui titoli di Stato emessi da tutti i Paesi che non sono percepiti sicuri come la Germania.

10 Il mio conto corrente in banca è sicuro?
Sì. L'esposizione del sistema bancario italiano all'economia greca è molto modesta. Gli istituti italiani sono solidi e hanno resistito meglio di altri alla grande bufera finanziaria del 2008. I depositi presso le banche sono garantiti dal Fitd (Fondo Interbancario per la tutela dei depositi) fino a un massimo di 103.291 euro per depositante nella remota ipotesi di insolvenza.

 

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