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In dubbio l'espansione di Rio

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Venerdí 07 Maggio 2010


La supertassa sui profitti delle minerarie, che il governo australiano intende imporre dal 2012, rischia di deragliare i piani di espansione di Rio Tinto in patria: un insieme di sei progetti focalizzati sul minerale di ferro, in cui la società aveva annunciato di voler investire almeno 10 miliardi di dollari, per elevare la sua produzione dagli attuali 200 milioni di tonnellate l'anno a 330 milioni entro il 2015.
Il quotidiano The Australian ieri sparava la notizia in prima pagina: «Rio accantona progetti per miliardi». Titolo un po' forzato, perché le dichiarazioni di Sam Walsh, responsabile della divisione minerale di ferro della società, in fondo non erano così perentorie: «I nostri progetti sono fermi, mentre cerchiamo di capire le conseguenze di un aumento delle tasse del 40 per cento». I chiarimenti cui è stata costretta la società, tuttavia, non cambiano molto la sostanza: «Non abbiamo ancora preso nessuna decisione», afferma la comunicazione alla borsa di Sydney. «Lo studio di fattibilità sta proseguendo come previsto».
Sempre ieri tuttavia, con un tempismo forse non del tutto casuale, Rio Tinto ha annunciato che ben presto spenderà 235 milioni di dollari in un progetto che si trova non in Australia, bensì in Canada: decisione, sottolinea il comunicato, che dimostra «l'attrattiva degli investimenti» in quel paese. La somma è modesta: si tratta della quota a carico di Rio Tinto per un progetto di espansione mineraria del valore complessivo di 401 milioni di $, che la controllata Iron Ore Company of Canada nel 2008 aveva rinviato a causa della recessione e che consentirà nel 2012 di produrre 4 milioni di tonn. in più di minerale di ferro, rispetto agli attuali 18 milioni.
Davvero poca cosa di fronte alle prospettive offerte dall'Australia e che il piano del primo ministro Kevin Rudd sta ora rimettendo in discussione, non senza qualche fondamento: gli analisti di Citigroup stimano che la nuova tassa possa ridurre del 35% l'incremento di valore che Rio deriverebbe dall'espansione in Western Australia e suggeriscono che a questo punto per la società potrebbe diventare più importante concentrarsi sulla miniera di Simandou in Guinea.
In vista delle elezioni politiche australiane, che si terranno entro fine anno, il leader dell'opposizione Tony Abbott, che guida la coalizione Liberal-National, ha prontamente abbracciato la causa delle minerarie: «L'ultima cosa che voglio è che si faccia danno alla nostra gallina dalle uova d'oro». Ma Rudd ha ribadito che andrà avanti con la riforma fiscale, rivedendo insieme alle imprese del settore non più di qualche dettaglio di applicazione.
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Venerdí 07 Maggio 2010
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