«Tempi lunghi per decidere? Dall'esterno l'impressione può essere stata di immobilismo, ma la banca in realtà ha continuato a funzionare perfettamente. Se questo processo accade una volta ogni tre anni è forse giustificabile». Andrea Beltratti, torinese di 51 anni, è da poche ore il nuovo presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, incarico per lui inatteso fino a poche settimane fa, poi raggiunto con voto unanime da parte del consiglio di sorveglianza. «Umanamente è un voto che mi fa molto piacere, anche se mi carica di molte responsabilità». Anche perché - gli ricordiamo – sul mercato è stata sollevata qualche perplessità in relazione alla sua esperienza. «L'età anagrafica – ribatte – è un fatto oggettivo, a chi giudica le persone sulla base di questo metro non posso ribattere granché. Direi però che non sono un vero e proprio "alieno" per il settore, da molti anni siedo in numerosi consigli di amministrazione».
La prima decisione da prendere nel nuovo incarico? Beltratti non si sbilancia. «Sarei presuntuoso se le dessi una riposta già oggi. Ho guardato i conti, sto iniziando a studiare, inizierò a confrontarmi con il top management del gruppo, che è di primaria qualità».
I tempi lunghi della scelta, per il neo presidente sono in parte un fatto scontato. «È un incarico delicato, se il rinnovo avviene nei termini fisiologici ogni tre anni è anche legittimo che avvenga con un processo di meditazione e riflessione particolarmente accentuato. Modello duale da rivedere ? Non saprei, anche in questo caso, è un meccanismo che va studiato dall'interno».