FRANCOFORTE - Questa settimana l'ex cancelliere Helmut Kohl ha festeggiato insieme a numerosi rappresentanti dell'establishment tedesco i suoi 80 anni. L'anziano statista ha parlato a Ludwigshafen con la voce rotta dall'emozione. Della moneta unica ha detto che è «il garante della pace» in Europa. L'espressione è cruda nella sua semplicità, e certo non ha lasciato indifferente una Banca centrale europea alle prese con la crisi greca, il tracollo dei mercati e il rischio di un effetto-domino capace di travolgere la stessa moneta unica.

Tra riunioni d'emergenza e teleconferenze straordinarie, la Bce è al centro della crisi di queste ultime settimane. Lo sconquasso dei mercati e l'ondata speculativa contro i paesi più deboli dell'Unione ha subito un'improvvisa e drammatica accelerazione. In poche ore, misure straordinarie prima impensabili, come l'acquisto di obbligazioni pubbliche sul mercato, sono diventate argomento di discussione. Entro domattina l'Europa deve presentare un piano convincente, che abbia un versante politico e un altro monetario.

Nella conferenza stampa di giovedì scorso a Lisbona, il presidente della Bce Jean-Claude Trichet aveva raffreddato le attese per misure di emergenza, senza però chiudere la porta. Ormai la discussione è a 360 gradi, ma due sono le principali ipotesi sul tappeto: l'acquisto di titoli pubblici sul mercato e la reintroduzione delle operazioni di rifinanziamento a sei e dodici mesi. Né l'una né l'altra sembravano sul punto di essere annunciate. Dalla riunione del consiglio direttivo della Bce di quattro giorni fa, la situazione è cambiata drammaticamente.

Da un lato i mercati hanno subìto venerdì l'ennesimo tracollo. Dall'altro due riunioni al vertice hanno chiarito ulteriormente la gravità della situazione: la teleconferenza dei ministri finanziari e dei banchieri centrali del G-7 e la riunione del Consiglio europeo. Chi ha partecipato all'incontro del G-7 spiega che americani e inglesi si sono allarmati per un effetto-domino che potrebbe superare le frontiere dell'Europa e hanno insistito per ricordare agli europei le loro responsabilità, politiche e monetarie.

Alcuni dei partecipanti hanno sostenuto che una banca centrale deve prendere misure eccezionali quando le circostanze lo richiedono. Da tempo la Federal Reserve e la Banca d'Inghilterra hanno deciso di acquistare obbligazioni pubbliche per calmare le tensioni sul mercato. Finora la Bce si è sempre rifiutata di seguire questa strada controversa. La paura - in particolare dei tedeschi - è di mettere a repentaglio l'indipendenza dell'istituto monetario, influenzare la sua politica monetaria, monetizzare il debito.

Il Consiglio europeo nella notte tra venerdì e sabato ha aperto la porta a questa evenienza: «Tutte le istituzioni della zona euro convengono di ricorrere a tutta la gamma di strumenti disponibili per garantire la stabilità» dell'Unione monetaria. Sul mercato molti si aspettano la rapida reintroduzione delle operazioni di rifinanziamento a lungo termine. Ma improvvisamente anche l'ipotesi di acquistare obbligazioni diventa una possibilità concreta pur di frenare il crescente divario tra i rendimenti dei titoli di stato della zona euro.

L'articolo 123 del Trattato vieta l'acquisto di titoli pubblici in asta, ma lascia la porta aperta all'acquisto di obbligazioni sul mercato. Il tema è delicato. Appena qualche giorno fa, il presidente della Bundesbank Axel Weber aveva spiegato che «l'obiettivo legittimo di frenare il contagio nel sistema finanziario europeo non giustifica l'uso di qualsiasi mezzo». D'altronde Weber stesso era stato freddo una settimana fa all'idea di cambiare le regole sul collaterale nei pronti contro termine, con l'accettazione del debito greco a prescindere dal rating.

Non era ancora chiara ieri sera la strategia della Bce, anche se con l'espressione «crisi sistemica» Trichet ha dato la misura della drammatica situazione e si è mostrato più interventista di prima. Da un lato c'è l'opposizione della Germania, che potrebbe però allentarsi se la soluzione estrema dell'acquisto di obbligazioni pubbliche venisse considerata un'ultima ratio. Dall'altro nessun banchiere vuole mettere a rischio l'indipendenza della Bce e dare l'impressione che la stabilità dei prezzi abbia perso d'importanza agli occhi dell'istituto monetario.

I banchieri centrali sono convinti che questa sia una crisi del debito, non una crisi di liquidità. La palla quindi è anche nelle mani dei governi nazionali, che devono dimostrare ai mercati di voler ridurre i loro deficit. In questo senso, la strategia della Bce dipenderà anche dal modo in cui gli stati membri aggrediranno alla radice la questione del debito. Acquistare obbligazioni pubbliche dei paesi più deboli diventa inutile e pericoloso se l'intervento non è associato con politiche rigorose sul fronte delle finanze statali.

Qualsiasi decisione poi andrà spiegata ai cittadini, tedeschi in testa. È significativo che ieri la stessa Frankfurter Allgemeine Zeitung notasse che gli ostacoli giuridici all'acquisto di obbligazioni pubbliche sono dopotutto limitati. Una possibilità, come dice Julian Callow, economista di Barclays Capital, potrebbe essere di giustificare pubblicamente il nuovo interventismo della Bce, in piena autonomia dalla politica, con i nuovi pericoli per la stabilità dei prezzi provocati da un eventuale crollo della fiducia.

COSA DICE IL TRATTATO
L'articolo 123
L'articolo 123 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, al paragrafo 1, specifica che «sono vietati la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della Banca centrale europea o da parte delle banche centrali degli stati membri (in appresso denominate "banche centrali nazionali"), a istituzioni, organi od organismi dell'Unione, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli stati membri, così come l'acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della Banca centrale europea o delle banche centrali nazionali»
L'intervento straordinario della Bce potrebbe essere reso possibile dal fatto che è vietato l'acquisto diretto di titoli di debito, ossia la partecipazione alle aste, ma non quello indiretto, sul mercato secondario, come l'acquisto presso banche commerciali

 

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