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5 ottobre 2005 |
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Delphi vicina alla bancarottaM.Cia. |
Delphi è prossima alla bancarotta, mentre infuria uno scandalo finanziario di grandi proporzioni.
Il secondo gruppo statunitense della componentistica per auto, sotto indagine della Sec per alterazioni di bilancio, dovrebbe questa settimana chiedere di essere ammessa ai benefici del Chapter 11, cioè le norme che negli Usa regolano la bancarotta protetta. La richiesta di accedere al Capitolo 11 dovrebbe essere in ogni caso inoltrata prima del 17 ottobre prossimo, cioè prima che entrino in vigore le nuove norme di diritto fallimentare. Lunedì 3 ottobre Delphi ha nominato David Sherbin (che in precedenza aveva lavorato con il chief executive officer Robert S. Miller a Federal Mogul, quando quest'ultima azienda era finita in bancarotta) alla carica di consigliere generale del gruppo. Inoltre, Logan G. Robinson è stato nominato responsabile della ristrutturazione aziendale. Se Delphi dovesse finire in Chapter 11 le conseguenze sarebbero pesanti per General Motors, che a suo tempo era la casa-madre della società della componentistica. Infatti, all'atto dello scorporo di Delphi da Gm, avvenuto nel 1999, quest' ultima si era impegnata a finanziare le prestazioni sanitarie e previdenziali dei lavoratori del gruppo della componentistica fino a metà del 2007. Lo scorso anno Delphi ha perso 4,8 miliardi di dollari, mentre nella prima metà di quest'anno il rosso è stato di 747 milioni di dollari. Il fondo pensionistico dell'azienda dovrebbe essere inoltre rifinanziato per 10,9 miliardi di dollari. Un bel grattacapo per Gm che a sua volta - secondo recenti indicazioni fornite dall' Agenzia Governativa per le pensioni - ha un buco di circa 31 miliardi di dollari nel suo fondo previdenziale. General Motors sarebbe, tra l’altro, a un passo dall'accordo con i sindacati per il taglio dei costi sanitari, in una misura quantificabile al massimo in un miliardo di dollari. Lo riporta il Detroit News, citando fonti ben informate sulla trattativa in corso fra il numero uno mondiale dell'automobile e le organizzazioni del lavoro. Il confronto fra le parti si sarebbe intensificato alla luce fra l'altro del dato fortemente negativo sull'andamento delle vendite di autoveicoli a settembre. Secondo il giornale, peraltro, non esiste ancora certezza circa l'esito di questa trattativa, che è sempre appesa ad un filo. General Motors copre i costi sanitari di circa 1,1 milioni di cittadini americani e quest'anno potrebbe arrivare a spendere per questa voce circa sei miliardi di dollari.Oltre al rischio di cadere in amministrazione controllata, su Delphi pesa anche un'indagine per frode avviata dalla Sec e dal dipartimento di Giustizia contro alcuni suoi ex dipendenti, accusati di aver utilizzato artifici contabili per gonfiare i profitti nel periodo 1999-2002. I dirigenti avrebbero fatto ricorso alla vendita delle scorte alla fine del trimestre, contabilizzando il ricavo sotto la voce di utili e di flussi di cassa operativo. Tra gli accusati compare il nome di Alan S. Dawes, ex direttore finanziario di Delphi, e di altri dirigenti senior, che avrebbero tra l'altro raggiunto accordi con alcune società vendendo materiali inutilizzabili per un valore di 440 milioni di dollari, incrementando così il valore degli utili di Delphi nel periodo successivo allo spin off della società da Gm. Gli accordi con società terze avrebbero aiutato Delphi a centrare o superare le previsioni degli analisti per i suoi primi 19 trimestri. L'accusa contro Delphi è stata presentata lo scorso venerdì nella corte federale di New York da due fondi pensione statali che operano in Oklahoma e Mississippi, dal fondo pensione europeo Stichting Pensioenfonds Abp e dal fondo di investimento con sede a Vienna Raiffeisen Kapitalange-Gesellschaft. Nessun commento è arrivato al momento dal portavoce di Delphi Lindsey Williams. Nel mirino della causa, oltre Delphi, compaiono anche Deloitte&Touche, sei tra ex dirigenti e dirigenti attuali di Delphi, 15 tra ex e attuali membri del cda del gruppo, nove banche di investimento e tre altre società con cui Delphi sarebbe stata in affari. Le indagini stanno tentando di far luce soprattutto su alcune transazioni, che avrebbero avuto come obiettivo quello di gonfiare i profitti del gruppo. La controparte sarebbe Setech, società di gestione acquisti con sede in Tennessee, con cui Delphi avrebbe siglato accordi per un valore di 145 milioni di dollari circa, aventi per oggetto scorte situate negli impianti di Kokoma, in Indiana, e di reynosa, in Messico. Gli accordi avrebbero consentito a Delphi di gonfiare i profitti al lordo delle tasse di 60 milioni di dollari nel 1999 e di 16 milioni nel 2000.
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