Perfezionata la procedura di cessione, inizia l'era di Gerardo Braggiotti alla Banca Leonardo e nasce una "superboutique" finanziaria animata da nomi di prestigio già ben noti: fra gli altri Benetton, Pesenti, Carlo Micheli, Toti, Tronchetti Provera, Agnelli.
Il riassetto prende il via dopo l'ok di Bankitalia ed è destinato a proiettare sulla scena internazionale la
merchant bank milanese, che sarà specializzata in consulenze aziendali per fusioni e acquisizioni, trading e ricerca azionaria, gestione patrimoniale. Niente finanziamenti e nessuna concorrenza con altre banche d'affari, il modello preferito e citato da Braggiotti è quello della vecchia Warburg.
L'istituto, comunque, ha cambiato pelle e si presenta come un soggetto per metà italiano e per metà straniero (con forte presenza francese), sia nell'azionariato che nel consiglio di amministrazione, nuovo anche nel modello di
governance: il neo amministratore delegato Braggiotti, che detiene il 5% con la sua Gbh srl, può esprimere 3 consiglieri su 12, ha potere di veto sul presidente oltre al diritto di godere di una quota pari al 20% di dividendi. Nel nuovo
board della banca, accanto al presidente Piero Barucci e a Braggiotti, figurano il finanziere belga Albert Frère (presidente della banca Groupe Bruxelles-Lambert, tra i più fieri sostenitori dell'operazione Suez-Gaz de France in opposizione all'Opa Enel) e il presidente di Eurazeo, Patrick Sayer (presenti entrambi con il 20% del capitale). Oltre al vicepresidente di Ifil (10% con un investimento di 46 milioni) John Elkann e a Fausto Marchionni per Fonsai (5%), entra nel consiglio d'amministrazione anche Juan Abellò, presidente di Torreal, società di investimenti spagnola che a sorpresa risulta tra i nuovi azionisti con il 5%, a riprova delle ambizioni spagnole. Nel cda siedono, poi, Carlo d'Urso, Carlo Micheli, Bruno Keller, Heinz-Joachim Neubürger (Bmw, Siemesns, banca Raiffeisen) e Gilles Samyn (consigliere del Group Bruxelles-Lambert). Restano in Banca Leonardo con partecipazioni di minor rilievo (pari al 2%) anche i due fondatori, gli storici ex agenti di cambio milanesi Attilio Ventura e Gian Luigi Milla, assieme al banchiere di Lugano Alberto Foglia (1,5%).
Le sedi all'estero. Entro l'anno è prevista anche l'apertura di una sede a Parigi, poi lo sbarco in Spagna. Dopo Autostrade-Abertis, comunque, le strade dell'alta finanza italiana e di quella spagnola si incrociano nuovamente (una costante negli ultimi grandi eventi finanziari e industriali in Europa, con l'iperattivismo iberico in fatto di fusioni e acquisizioni), con il nome di Torreal in grado in questo caso di innescare particolari suggestioni, visto che possiede il 14% di Sacyr, gruppo di costruzioni spagnole che in passato aveva tentato un abboccamento con Impregilo (Sacyr è presente in Italia con il consorzio Sis) e ora è accreditato di essere già in trattative con il numero due delle autostrade italiane, Marcellino Gavio, per rispondere adeguatamente alla mossa di Gamberale e soci. Da un punto di vista economico, l'operazione già realizzata su Banca Leonardo vale circa 465 milioni di euro, considerando i 100 milioni dell'acquisto iniziale e la ricapitalizzazione per 360 milioni già eseguita. Un secondo aumento di capitale per altri 360 milioni, già deliberato dall'assemblea dei soci dell'11 aprile e grazie al quale i mezzi propri dell'istituto saliranno a 780 milioni.
La governance e i mercati di riferimento. Braggiotti, uscito un anno fa dalla "nobil casa" Lazard (dove era approdato dopo un'esperienza in Mediobanca) e tra le menti dell'operazione di equity swap Ifil-Exor che a settembre 2005 ha consentito alla famiglia Agnelli di mantenere il controllo in Fiat alla scadenza del prestito convertendo che avrebbe consegnato il Lingotto alle banche (fatti al vaglio della magistratura), sarà l'unico proprietario delle azioni del tipo B, pari al 5% del capitale, (il restante 95% è di azioni del tipo A), categoria di titoli con diritti preferenziali sia da un punto di vista economico (soprattutto a livello dei dividendi) e sia nel voto, con diritto di veto sulle operazioni particolarmente importanti e sui cambiamenti dello statuto.
I mercati sui quali punterà la nuova Banca Leonardo al di fuori dall'Italia saranno prevedibilmente quelli meno affollati da un'offerta del genere, a partire da Francia e Spagna. Dalla sua, Braggiotti ha del resto l'esperienza già messa in atto con la Lazard di cui aveva allargato l'attività a livello europeo al di fuori di Francia e Regno Unito.