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12 maggio 2006

Troppe cariche: ecco i manager più assenteisti

di Nicola Borzi

A forza di cumulare cariche, gli 846 manager italiani che gestiscono e controllano le 40 società quotate appartenenti al paniere dell’indice S&P Mib (la cui capitalizzazione è pari a tre quarti di quella complessiva del listino di Piazza Affari) sono costretti a diradare le loro presenze ai consigli di amministrazione e collegi sindacali.

Su 100 amministratori delle principali società italiane, nel 2005 solo 37 sono sempre stati presenti agli incontri dei Cda, mentre su 100 sindaci solo 48 non hanno saltato una sola riunione dei collegi. In media, così, su 100 tra amministratori e sindaci solo 39 lo scorso anno non hanno mai fatto segnare un’assenza.
Lo rivela l’indagine di «Plus24» sulle relazioni sulla corporate governance per il 2005 presentate a Borsa Italiana. Sono stati analizzati i dati di quegli amministratori e sindaci che hanno fatto parte degli organismi di governo societario per l’intero esercizio. Per Bpu, Ras, SanPaolo Imi, Mediolanum, Bulgari, Mondadori e Mediaset non è stato possibile valutare le presenze dei singoli consiglieri in quanto i dati non sono stati forniti o è stata indicata solo la presenza media dell’intero board.
Quanto pesa il cumulo delle cariche si può dedurre dai nomi dei 20 amministratori più «assenteisti»: solo cinque di loro hanno appena un incarico in società quotate o di dimensioni rilevanti, mentre le poltrone su cui siedono i venti sono complessivamente 117, poco meno di sei a testa. Tutti, o quasi, appartengono al parterre de roi della finanza nazionale.


La classifica dei 20 consiglieri “meno assidui”


Apre la lista Antoine Bernheim: il presidente di Generali, che nel 2005 ha partecipato al 100% delle riunioni del Cda della società triestina, nonché consigliere di Intesa - 70% di presenze - e Mediobanca - 100% -, come vicepresidente di Alleanza lo scorso anno ha preso parte solo al 10% delle riunioni del Cda. Salvatore Cuffaro, presidente della Regione Siciliana, come consigliere ha preso parte ad appena il 18% dei meeting del board di Capitalia (nel quale fa parte, come anche Gianpaolo Angelucci, dal 4 dicembre 2003).
Eric Strutz, membro del Vorstand di Commerzbank, nel 2005 è stato presente solo al 20% dei consigli di Banca Intesa. Insieme a Strutz l’istituto di Francoforte era rappresentato nel board di Intesa anche dallo spagnolo Mariano Riestra, ex membro del Vorstand di Commerzbank, che ha preso parte al 30% delle riunioni. Le assenze di Strutz e Riestra sono andate via via aumentando - fino all’assemblea di bilancio dell’aprile scorso, quando hanno dato le dimissioni - in parallelo al graduale, progressivo disimpegno della banca tedesca dall’istituto italiano: Commerzbank è via via uscita dal patto di sindacato e poi dall’azionariato di Intesa.
Ha certamente avuto un peso nel limitare al 22% la sua presenza alle riunioni 2005 del consiglio di Fondiaria-Sai l’età assai avanzata dell’avvocato Carmelo Caruso (è nato a Paternò il 26 settembre 1914): l’ex presidente della Sai - dal 1979 al 2001, quando cedette la carica a Jonella Ligresti - ha lasciato il board con l’assemblea del 28 aprile scorso. L’età invece non ha influito sul track record di Gianpaolo Angelucci, imprenditore attivo nel settore della sanità (alcune cliniche romane fanno capo al gruppo di famiglia) attraverso la finanziaria Tosinvest, consigliere delegato della lussemburghese Tosinvest Sa nonché editore dei quotidiani «Libero» e «Il Riformista», che nel 2005 come consigliere ha preso parte al 27% delle riunioni del board di Capitalia.
Dell’elenco fa parte anche Antonio Taormina, consigliere di Aem Torino (16% la sua presenza al board 2005), Edipower, delle elvetiche Kkg, Ofible-Officine idroelettriche di Blenio, Re e Ses-Società Elettrica Sopracenerina: il rappresentante della svizzera Atel nel Cda di Aem Milano è stato presente al 28% delle riunioni. Alessandro Profumo, amministratore delegato di UniCredit (che nel 2005 è stato presente al 100% delle riunioni del board dell’istituto di piazza Cordusio) ha preso parte ad appena il 28,6% delle riunioni del Cda di Mediobanca. Lo precede di un passo l’avvocato ed ex parlamentare Dino De Poli, presidente della Fondazione Cassamarca, che lo scorso anno ha partecipato al 30% degli incontri del board di Alleanza.
Può essere stato invece l’impegno profuso nel ruolo di presidente del Fondo per l’ambiente italiano (Fai) ad aver limitato al 33% le presenze alle riunioni di Cda dell’Espresso di Giulia Maria Crespi Mozzoni: il cavaliere di Gran Croce della Repubblica, erede della famiglia proprietaria del «Corriere della Sera» dalla fondazione sino all’era Rizzoli (iniziata il 12 luglio 1974), è stata tra i fondatori del Fai il 28 aprile 1975.
La stessa percentuale di un terzo del totale hanno raggiunto le presenze alle riunioni del Cda di Fondiaria-Sai dell’avvocato Carlo D’Urso (che è consigliere anche di Gim e Premafin e vicepresidente di Immsi, nonché membro del Cda dell’Inter Football Club). Un dato che vale anche per la partecipazione di Klaus-Peter Müller, amministratore delegato di Commerzbank, alle riunioni del board di Generali. Identica quota di presenze ai meeting del Cda di Pirelli, il 33% del totale, hanno fatto segnare sia Gabriele Galateri di Genola, consigliere di Ifi e Italmobiliare, vicepresidente di Rcs Mediagroup e Generali - 100% le presenze 2005 -, presidente di Mediobanca - sempre presente -, che Giovanni Perissinotto, consigliere di Bnl - 80% di presenze nel 2005 -, Banca Intesa - 100% - e Alleanza - sempre presente - , nonché Ad di Generali - 43% le presenze nel 2005 alle riunioni di board.
Un po’ più elevata è stata la partecipazione alle riunioni del Cda di Alitalia (37%) del grand commis d’Oltralpe Jean Cyril Spinetta, presidente di Air France e della Iata, l’Associazione internazionale del trasporto aereo. Giovanni Bazoli, presidente di Banca Intesa - sempre presente nel 2005 ai lavori dell’istituto milanese - e Mittel, vicepresidente di Banca Lombarda e Piemontese, ha partecipato nel 2005 al 40% dei Cda di Alleanza (ma il 28 settembre scorso, data di un Cda Alleanza, Bazoli era presente a una riunione del Fondo Monetario a Washinghton, mentre il 9 novembre e il 14 dicembre il Cda Alleanza era in concomitanza con quello di Banca Lombarda di cui è vicepresidente e al quale ha partecipato). Jean Jacques Tamburini, membro del direttorio del Crédit Industriel et Commercial, ha rappresentato la banca francese al 41% delle riunioni del Cda della Popolare di Milano (partecipa ai lavori solo quando è indispensabile, fanno sapere da Bipiemme).
Matteo Arpe, amministratore delegato di Capitalia - nel 2005 è stato sempre presente alle riunioni del board della banca capitolina -, come amministratore ha preso parte al 42,9% dei meeting del Cda di Mediobanca. Lo stesso dato di presenze alle riunioni del Cda dell’istituto di Piazzetta Cuccia che lo scorso anno hanno fatto segnare il presidente di Capitalia Cesare Geronzi - sempre presente nel 2005 alle riunioni del Cda dell’istituto romano -, che è anche consigliere di Rcs Mediagroup, e Gilberto Benetton, consigliere di Pirelli - 50% le presenze ai board 2005 -, presidente di Edizione Holding e di Autogrill - 91,6% le presenze -, vicepresidente di Telecom Italia - 91% di partecipazione ai Cda -, consigliere di Benetton Group, Autostrade - 100% -, Lloyd Adriatico e Schemaventotto.
Le presenze dei manager, dunque, più che in base all’immagine sono distribuite in funzione del ruolo reale nella gestione aziendale, quando non nel controllo dell’equilibrio "politico" delle società. Business as usual, dunque? Forse: almeno finché gli azionisti, cui tocca pagare i relativi compensi, non avranno niente da obiettare.

nicola.borzi@ilsole24ore.com


La classifica dei consiglieri di amministrazione
Le presenze dei sindaci
La classifica delle società dove ci sono più riunioni di governance
Le presenze di tutti i 100 manager con più di una poltrona


LE PRIME 40 SOCIETÀ QUOTATE / Trasparenza: quelli che (non) danno i numeri
Aumentare la trasparenza è tra gli scopi del Codice di autoregolamentazione delle società quotate — al quale l’adesione è volontaria —. L’autonomia dei consigli di amministrazione consente a ciascuna società quotata di dare risposte diverse alla comune esigenza di "disclosure". Tutte le 40 società a maggiore capitalizzazione della Borsa italiana, così, nella relazione per la corporate governance sul 2005 hanno fornito il numero delle riunioni di cda, comitati e collegio sindacale, ma solo 33 hanno reso noti i dati sulle presenze di tutti i propri manager alle riunioni. Tra le altre sette Bpu, Ras e SanPaolo Imi hanno comunicato i valori medi delle presenze dell’intero board di ciascun organismo; Mediolanum ha indicato solo le presenze alle riunioni dei membri del comitato di controllo e dei sindaci, ma non quelle del cda; Bulgari e Mondadori hanno fornito le informazioni relative solo alle presenze dei sindaci. Mediaset, infine, si è limitata a scrivere «alle riunioni consiliari hanno partecipato con assiduità i consiglieri, compresi quelli indipendenti»: tanto può bastare ad assicurare la trasparenza.


WEB GUIDE
Il sito della Consob
Il sito di Borsa Italiana
I documenti per la corporate governance delle società quotate sul sito di Borsa Italiana




 

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