Il primo dividendo arriverà nella primavera del 2007, con un payout stimato tra il 25% e il 50% dell'utile e «sostenibile nel tempo»; con questo biglietto da visita Api (Anonima Petroli Italiani) si presenta al mercato alla vigilia dell'Ipo che partirà il 12 giugno e si concluderà il 16 giugno in vista dello sbarco a Piazza Affari.
«La quotazione in Borsa per Api è un esame, un passo necessario per continuare a crescere dopo che siamo diventati il terzo player italiano», ha affermato il presidente Aldo Maria Brachetti Peretti nel corso del roadshow a Milano. «Con 4.500 punti vendita dopo l'acquisizione dell'Italiana Petroli - ha aggiunto - Api detiene il 12% del mercato italiano nel settore della distribuzione di idrocarburi. Vogliamo continuare a crescere per consolidare la nostra posizione, e per questo ci rivolgiamo alla Borsa».
Sul mercato sarà collocato il 31,6% del capitale, che salirà a oltre il 35% in caso di esercizio integrale della greenshoe. Dalla vendita delle 54 milioni di azioni, il cui prezzo massimo verrà deciso entro l'11 giugno (ma la forchetta preferita dagli advisor oscilla fra i 5,25 e i 7,25 euro), la società petrolifera si attende un introito complessivo di 400 milioni di euro. «Denaro - ha spiegato l'amministratore delegato, Umberto Garimboli - che verrà utilizzato in parte per ridurre il debito, in parte per potenziare la nostra rete e in parte per la costruzione delle due centrali elettriche all'interno dello stabilimento di Falconara». L'offerta di Api è riservata al pubblico per 13,5 milioni di azioni e per la restante parte agli investitori professionali italiani ed esteri. L'operazione di collocamento è coordinata da Capitalia e da Goldman Sachs.
Nel corso della presentazione il management ha poi sottolineato che l'obiettivo è quello di ritornare a un rapporto tra debito e equity del 30-40% dall'attuale 68%. Nel 2006 l'azienda intende completare il piano di investimento strategico, culminato a settembre nell'acquisizione della rete Ip, e tornare dal 2007 su valori compresi tra 55 e 65 milioni di euro. Infine Api non è più interessata a Tamoil, ma, come ha affermato l'amministratore delegato, «ci sono quote di rete sulle autostrade e di raffinazione che ci potrebbero interessare. Non escludiamo di discuterne con il compratore di Tamoil, che speriamo sia Erg».
La marcia di Api verso il mercato non è priva di incognite, data l'elevata volatilità sulle piazze finanziarie mondiali e l'instabilità del prezzo del petrolio, gli stessi fattori che hanno pesato lo scorso mese sul debutto di Saras. Lo scorso mese la società della famiglia Moratti ha pagato la congiuntura non favorevole con un crollo di oltre il 10 per cento.