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Carlo Buora (ANSA-MATTEO BAZZI)

6 novembre 2006

Più profitti per Telecom. Buora resta ma lascia Pirelli

di Antonella Olivieri

Carlo Buora scioglie le riserve: lascia gli incarichi in Pirelli e Olimpia per concentrarsi su Telecom. La decisione era nell'aria dopo che, con l'arrivo al vertice della compagnia telefonica di Guido Rossi al posto che per cinque anni era stato occupato da Marco Tronchetti Provera, ci si era convinti dell'opportunità di eliminare le sovrapposizioni funzionali con l'azionista di maggioranza relativa.
Buora,dunque,resterà in Telecom come vice presidente esecutivo, funzione assunta appunto da metà settembre con la ridefinizione del vertice Telecom. D'altra parte la scelta è sostenuta da ragioni di opportunità, sposate anche dai consiglieri indipendenti: assicurare continuità di gestione a un gruppo che sta attraversando una fase complicata della sua vita aziendale e che sta mettendo a fuoco le strategie per affrontare le sfide di un mercato in piena evoluzione.
In Pirelli,dove si dice che la questione era sul tavolo da almeno un anno,la struttura manageriale era già presidiata con due direttori generali, Claudio De Conto e Luciano Gobbi. Buora lascia l'incarico di consigliere delegato (non sarà probabilmente sostituito) e di direttore generale, e di conseguenza si dimette anche dal consiglio di Olimpia.
La strategia sudamericana
Mentre dunque la questione dei doppi incarichi viene risolta al livello più elevato, dal consiglio di Telecom, riunitosi ieri per oltre quattro ore per l'esame dei conti trimestrali, è uscita un'altra sorpresa. Per Tim Brasil, l'unità di telefonia mobile leader nel Paese sudamericano, è arrivata un'offerta «non sollecitata» che il cda Telecom ha deciso di approfondire. Da San Paolo il numero uno di Tim Brasil, Mario Cesar de Araujo, ha detto che le offerte sono due, senza fare i nomi degli interessati, anche se la nota ufficiale rilasciata da Telecom parla al singolare di «una recentissima proposta d'acquisto ». Gli "indiziati" comunque sono due:la America movil del tycoon messicano Carlos Slim e il gruppo spagnolo Telefonica, che potrebbe però avere qualche problema di antitrust.
Stretto riserbo anche sul valore della potenziale transazione, sulla quale si sono concentrate le domande degli analisti nella conference call che ha seguito il cda. Mentre la Cgil considera un errore strategico privarsi di Tim Brasil, «una delle poche presenze internazionali di Telecom »,gli analisti hanno chiesto, nel caso in cui si decida per la dismissione, come saranno compensati i tassi di crescita dell'unità brasiliana e quale la ratio di una possibile vendita. L'amministratore delegato Riccardo Ruggiero ha spiegato che la ragione per cui si è deciso di aprire il dossier è il recupero di «flessibilità finanziaria»allo scopo di assicurare l'espansione internazionale e il rafforzamento sul mercato domestico sulle linee tracciate dal «piano industriale »che si sta mettendo a punto. Ruggiero ha osservato inoltre che è da valutare se abbia senso restare sul mercato brasiliano operando solo nella telefonia mobile, alla luce dei processi di concentrazione in atto e della convergenza fisso mobile che nei prossimi anni si svilupperà anche in quell'area.
Al 30 settembre Tim Brasil ha raggiunto una base clienti di 24,1 milioni, con 21,5 milioni di linee Gsm (+29,6%).I ricavi consolidati sono saliti del 21,5% a 7.595 milioni di reais, mentre l'Ebitda del gruppo è aumentato di 767 milioni di reais a 1.644 milioni.
Rossi: «Un gruppo solido»
«Telecom Italia è una società finanziariamente solida, ricca di risorse eccellenti, aperta alla competizione e profondamente radicata nella cultura di mercato e nella cultura di impresa privata», così il presidente Guido Rossi nella conference call, per illustrare l'andamento dei primi nove mesi dell'anno. Nove mesi in cui i ricavi, a livello di gruppo, sono cresciuti del 5,2% a 23,1 miliardi, mentre l'Ebitda è cresciuto dello 0,8% a 9,78 miliardi. L'utile netto si è attestato a 2.376 milioni (di cui 880 milioni realizzati nel terzo trimestre), in calo in valore assoluto rispetto ai 2.625 milioni dei primi nove mesi 2005. Tuttavia, a parità di perimetro, al netto cioè delle attività dismesse nel corso del periodo gli utili avrebbero registrato una crescita del 12% (247 milioni).In calo l'indebitamento finanziario netto, sceso di circa 2 miliardi rispetto al 30 giugno scorso a quota 39,5 miliardi. Non si è parlato di dividendi, argomento che sarà discusso quando saranno disponibili i conti dell'intero esercizio, ma l'orientamento è di confermare per il 2006 la politica seguita finora.
In giornata si è tenuto anche il cda di Telecom Italia media, che ha esaminato i conti dei primi nove mesi. I ricavi sono saliti del 12,1% a 135,7 milioni. Stabile, ma ancora negativo per 70,9 milioni l'Ebitda. Il risultato netto di competenza è negativo per 78,1 milioni.
Rinviata invece a un prossimo consiglio Telecom (che orientativamente potrebbe tenersi a metà dicembre) la relazione del comitato audit sul tema della sicurezza.



 

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