1 dicembre 2006 |
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Intesa-Sanpaolo, sì degli azionisti alla fusione. Bernheim e Zich vicepresidenti |
Fusione della superbanca Intesa-Sanpaolo approvata senza sorprese, compresa la conferma della mancata vicepresidenza dell'ad del Sanpaolo, Alfonso Iozzo, nominato il 18 novembre presidente della Cassa depositi e prestiti dal Consiglio dei ministri. L'assemblea degli azionisti di Banca Intesa (-0,94% a 5,285 euro in Piazza Affari, -5,11% dal 22 novembre) ha approvato a maggioranza il progetto di fusione con il Sanpaolo Imi. In sala presente il 60,67% del capitale con diritto di voto. Il presidente di Intesa, Giovanni Bazoli, durante l'assemblea ha ribadito con forza l'assenza di valenze politiche nell'operazione e si è detto sicuro di non temere sorprese dall'assemblea degli azionisti dell'istituto di piazza San Carlo.
Antoine Bernheim e Rodolfo Zich sono stati nominati quali vice presidenti del consiglio di sorveglianza della banca che risulterà dalla fusione. I due nominativi sono stati proposti durante l'assemblea di Intesa per il via libera al matrimonio dal rappresentante della Fondazione Cariplo. Come era stato concordato e già anticipato, per la carica di presidente è stato proposto e nominato Bazoli. Bernheim, oltre che presidente delle Generali, è vice presidente di Mediobanca, del colosso del lusso Lvmh e del gruppo Bollorè. Zich è professore ordinario presso il Politecnico di Torino, di cui è stato consigliere d'amministrazione dal 1981 al 1984 e Rettore dal 1987 al 2001.
Prima di votare sulle cariche di vertice, l'assemblea della Ca' de Sass ha eletto i 19 componenti del primo Consiglio di sorveglianza della nuova banca, sulla base della lista concordata nelle scorse settimane tra i principali azionisti e presentata formalmente dalla Fondazione Cariplo. Oltre a Bazoli, Bernheim e Zich, il consiglio è composto da Gianluca Ponzellini, Carlo Sant'Albano, Pio Bussolotto, Giovanni Costa, Franco Dalla Sega, Gianluca Ferrero, Angelo Ferro, Pietro Garibaldi, Fabrizio Gianni, Alfonso Iozzo, Giulio Lubatti, Eugenio Pavarani, Gianguido Sacchi Morsiani, Ferdinando Targetti Livio Torio. Rosalba Casiraghi è stata nominata in rappresentanza della lista di minoranza presentata da Arca Sgr e altri fondi.
Via libera anche a Torino, il Santander non partecipa al voto. In serata l'assemblea straordinaria del SanPaolo Imi (-1,86% a 16,39 euro la chiusura del titolo in Borsa, 5,8 % dal 22 novembre) ha approvato la fusione con Banca Intesa con il 93,757% dei votanti a favore dell'operazione, il 4,7% di contrari e l'1,4% astenuto. Alla votazione non ha partecipato il Banco Santander.
Nel corso della replica agli azionisti, il presidente Enrico Salza ha difeso con passione lo spirito della fusione: «Bisogna imparare a crescere nella differenza. Tra noi e Intesa ci sono molte somiglianze ma anche molte differenze, ma abbiamo nel nostro Dna la capacità di mescolare le persone. L'operazione tra Intesa e SanPaolo vuol dire anche agregazione tra Milano e Torino: l'aggregazione del Nord Ovest è una grande forza. È sbagliato chiedersi chi vince: perderemmo entrambi, se non avessimo voglia di accettare la sfida. La mia poltrona è sempre libera e disponibile. Io ho sempre dato la mia disponibilità. Ho sempre dichiarato che la politica ha la preminenza, però non sono mai stato soggetto alla politica. Io confermo che a parte il Governatore della Banca d'Italia nessuna parte politica è stata informata prima della partenza dell'operazione. Adesso a noi compete solo una responsabiltà: portare a termine quello che ci siamo prefissati».
Non sono tuttavia mancate le contestazioni tra i piccoli azionisti all'assemblea del SanPaolo-Imi ai termini di concambio della fusione con Banca Intesa, fissato in 3,115 nuove azioni Intesa ogni azione SanPaolo Imi. Un azionista ha presentato una denuncia al collegio sindacale ai sensi dell'articolo 2408 del codice civile, denunciando informazioni carenti sul valore Eurizon in vista della quotazione, sul prezzo del possibile riacquisto di Nextra e su quello di vendita degli sportelli al socio di Intesa Credit Agricole. Il valore di Eurizon, il destino di Banca Fideuram, l'adozione del sistema duale di governance sono stati tra i punti dell'operazione al centro delle critiche. L'eurodeputato leghista Mario Borghezio nel suo intervento ha puntato l'attenzione sul destino dei rapporti della banca con il Piemonte: «Dovete dirci con chiarezza quale sarà il ruolo e il destino del Piemonte, dei dipendenti, delle imprese della regione nel futuro della banca. L'istituto ha avuto un ruolo importante nella difesa delle tradizioni e della cultura del Piemonte: non ci dovete tradire». «Non vi tradiremo», ha subito risposto convinto Salza.
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