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I soldi di Rovelli? Hanno fatto il giro del mondo

di Morya Longo

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18 gennaio 2007

Svizzera, Stati Uniti, Gran Bretagna. Ma anche Bahamas e forse Costa Rica. Da un conto bancario all'altro, da un trust all'altro. I 678 miliardi di lire pagati nel 1994 dall'Imi agli eredi di Nino Rovelli hanno fatto il giro del mondo.Il tour di queste somme non è ancora stato ricostruito completamente, ma la Procura di Monza è convinta di avere trovato alcune tracce recenti. Molto recenti: il "tesoro", che era dato per scomparso nel 1996, secondo gli inquirenti oggi è almeno in parte finito tra Londra, New York e i più disparati Paesi esotici. Per questo la settimana scorsa il Gip ha disposto l'arresto del figlio di Rovelli, Oscar, e del commercialista Pierfrancesco Munari, ipotizzando il reato di riciclaggio.

La genesi
La vicenda inizianel 1990, quando gli eredi di Nino Rovelli (proprietario del gruppo chimico Sir) ottennero un risarcimento da 972 miliardi di liredall'Imi, ritenuto colpevole del mancato salvataggio della Sir. A sancirlo fu una sentenza della Corte d'Appello di Roma. L'Imi, dunque, il 13 gennaio del 1994 pagò 678 miliardi di lire (cifra decurtata delle tasse) agli eredi di Rovelli. Lo scorso 4 maggio la Corte di Cassazione ha però stabilito definitivamente che quella sentenza era stata comprata. Per questo sono stati condannati tre avvocati (Cesare Previti, Attilio Pacifico e Giovanni Acampora)e il giudice Vittorio Metta.Da qui è partita una denuncia del Sanpaolo Imi, da cui è scattata l'inchiesta di Monza coordinata dal procuratore Antonio Pizzi e condotta dai sostituti Walter Mapelli, Giordano Baggio e Donata Costa. Subito i Pm, insieme alle Guardia di Finanza di Seregno e Monza, si sono messi sulle tracce di questi fondi. E una parte sono convinti di averla trovata.

Ilgiro del mondo
La somma pagata dall'Imi nel 1994 fa una prima tappa in Svizzera. Arriva infatti nei conti della vedova di Nino Rovelli, Primarosa Battistella, presso la SbsLugano. E già qui qualcosa inizia a non quadrare: 85 milioni di franchi svizzeri spariscono subito. Se non si sa per cosa siano stati utilizzati,si sa invece dove è finita la restante parte del denaro:in un conto cifrato presso la Bank ofLichtenstein. Insomma, quei soldi varcano ancora il confine. Ma poco dopo fanno retromarcia e tornano in Svizzera. Da quel punto,infatti,i fondi vengono divisi e spediti verso più conti correnti: in parte nella stessa banca del Lichtenstein, in parte presso la Ubs e la Bcl di Lugano. Una parte del denaro viene subito trasferita su conti intestati a due fondazioni (la Zestix e la Vitaris) e a un trust (Pitara).Siamo ancora nel 1994.
Successivamente i viaggi si intensificano. Due anni più tardi, nel 1996, alcune di queste somme passano su un conto alla Sbs di Lugano intestato, ancora una volta, a Primarosa Battistella. Se la Svizzera rimane la meta preferita, alcuni fondi attraversano l'oceano:134 milioni di franchi arrivano infatti a New York, su un conto della Brown Brothers Harriman. Altre somme,invece,arrivano su più conti cifrati presso la SbsJersey intestati ad alcune società del Lichtenstein (sempre riconducibili alla vedova di Rovelli). Così si chiude il 1996.


I viaggi recenti
Da allora si perdono le tracce di questi soldi.Fino a quando la Procura di Monza apre una nuova inchiesta e inizia la caccia al tesoro. E,grazie anche alle intercettazioni telefoniche, riesce a rintracciare una parte dei fondi: secondo l'accusa, utilizzando alcuni trust riconducibili ad Oscar e Angela Rovelli ma gestiti dal commercialista di fiducia Pierfrancesco Munari, i soldi prendono le più disparate destinazioni.
Una piccola parte riemerge (almeno, così ritiene l'accusa) presso una banca delle Bahamas. Un'altra parte viene rintracciata presso quella che gli inquirenti ritengono sia una societàschermo. Buona parte dei fondi della famiglia Rovelli, invece, si dovrebbe trovare a Londra presso la Coutts Bank, anche se una fetta sembra tornata inSvizzera. Altri finiscono negli Usa, mentre una parte secondo gli inquirenti potrebbe essere stata trasferita in Costa Rica. Una girandola. Ovviamente oggi, a distanza di tanti anni, è difficile dire se queste somme che stanno "riemergendo" siano quelle pagate dall'Imi nel 1994 oppure altri soldi della famiglia Rovelli lecitamente ottenuti. Gli inquirenti stanno cercando di appurarlo, ma ritengono molto probabilela prima ipotesi.
Proprio in questi giorni sono state effettuate perquisizioni a Francoforte, Londra e Lugano, oltre all'Italia. Con l'enorme mole di documenti sequestrati, gli inquirenti sperano di fare luce, una volta per tutte, su un viaggio miliardario che dura da 13 anni.

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