L'inchiesta sugli affari dell'immobiliarista Danilo Coppola — in carcere a Regina Coeli da inizio marzo — si allarga anche alle banche che hanno sostenuto — con una esposizione valutata in circa un miliardo di euro — l'ascesa del gruppo, oggi minacciato da un crack da 130 milioni di euro. Tra i nuovi indagati Massimo Faenza, amministratore delegato di Banca Italease, e Pietro D'Aguì,a.d.di Banca Intermobiliare.
Le indagini dei pm capitolini Lucia Lotti, Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli si sono poi allargate ai presunti rapporti tra Coppola e figure che potrebbero essere in qualche modo collegate ad ambienti della criminalità organizzata, con otto nuovi indagati.
Intanto, il 29 maggio si terrà al Tribunale civile di Roma, sezione fallimentare, l'udienza per valutare lo stato di salute di alcune aziende di Coppola —Micop,Assa, Gen5, Spica e Phoenix — per le quali la Procura di Roma ha chiesto il fallimento.
Ieri mattina i finanzieri del Nucleo valutario, comandati dal colonnello Bruno Buratti, hanno effettuato 25 perquisizioni in varie località d'Italia per acquisire documentazione sul sistema che si ritiene Coppola abbia messo in piedi con la presunta connivenza di top manager del sistema bancario. Sistema creato per far transitare finanziamenti e operazioni di lease back giudicate di comodo anche attraverso reti di società fittizie collegabili alla moglie di Coppola, Silvia Necci, con l'obiettivo presunto di aggirare i controlli.
Sono così saliti ad almeno 25 gli indagati nell'ambito dell'inchiesta, con ipotesi di reato che vanno dall'associazione per delinquere all'appropriazione indebita e all'ostacolo all'attività di vigilanza della Banca d'Italia.
Uno dei nuovi indagatiè Massimo Faenza, amministratore delegato di Banca Italease (il titolo ieri è crollato del 6,5%), con il quale Coppola ha avuto stretti rapporti. Il nome di Faenza («chiarirò tutto», dice) compare nell'ordinanza di custodia di rigetto della scarcerazione di Coppola. «Coppola invita la consorte a contattare Faenza — sottolinea il gip di Roma Maurizio Caivano — confidandole di avergli dato un sacco di miliardi e incaricandola di una missione: riferire all'amministratore delegato di Banca Italease, di non rientrare dai finanziamenti perchè altrimenti sarebbe stato il finimondo».
Indagati anche Pietro D'Aguì, a.d. di Banca Intermobiliare (che ha rassegnato le dimissioni ma ha rivendicato «totale correttezza »), Massimo Bianconi, ex top manager gruppo UniCredit e ora direttore generale della Banca delle Marche, Santo Fichera ex capoarea Lazio di UniCredit.Sotto osservazione ci sarebbero anche fidi concessi da UniCredit a Coppola tra il 2003 e il 2004.Bianconi, secondo gli investigatori, avrebbe finanziato prima l'immobiliarista Stefano Ricucci e poi Coppola, che nel frattempo aveva dato lavoro all'ex cognato di Ricucci, Francesco Bellocchi, amico di Bianconi. Riflettori accesi anche sulla società Mercantile leasing.
Un altro filone di indagine riguarda le operazioni svolte da Coppola alla fine degli anni 90. Nel mirino degli inquirenti sono finiti Roberto Repaci, sospettato di contatti con il clan calabrese dei Piromalli, Umberto Morzilli, con presunti contatti con il clan Nicoletti legato alla banda della Magliana, e Antonio Mancini, che finanziò Coppola con 10 miliardi una decina di anni fa. Fidi di Morzilli e Mancini sarebbero serviti per acquisire immobili.