«Per l'Italia mi pare un'ottima cosa, perché permette dicreare un vero e proprio champion nazionale in campo bancario». Così Vincent Bolloré, di ritorno da una breve vacanza e mentre sta sorseggiando un bicchiere di vino,commenta la notizia delle imminenti nozze tra UniCredit e Capitalia. La voce al telefono è quella di un uomo soddisfatto. Del resto l'imprenditore bretone ha ottenuto quello che voleva: che gli equilibri azionari di Mediobanca non venissero toccati. E così è stato,grazie soprattutto al fatto che Bollorè ha lottato per lungo tempo per l'indipendenza della banca romana, grazie anche all'aiuto degli spagnoli del Santander che lo hanno spalleggiato acquistando una quota del 2%circa dell'istituto guidato da Cesare Geronzi.
«A me — dice Bolloré— interessava non turbare lo status quo raggiunto in Mediobanca. Per questo per un certo periodo sono stato contrario alla fusione tra Capitalia e UniCredit. Ma ora che ho l'assicurazione e la garanzia che una delle due quote che i due istituti detengono in Mediobanca sarà venduta, non ci sono più problemi. Il matrimonio si può fare».
L'imprenditore bretone rimane comunque vigile, tant'è vero che aggiunge subito dopo:«Bisogna però che questa quota (pari al 9% del capitale di Mediobanca, ndr.) sia venduta a uno o più azionisti neutrali».In altri termini che venga ceduta al di fuori dell'attuale compagine azionaria, in modo da non modificare i delicati rapporti di forza esistenti.
La situazione sembra dunque essere nuovamente tranquilla, dopo che negli ultimi giorni era affiorato qualche nervosismo. Del resto quando c'è in gioco l'assesto di Mediobanca e delle Generali è naturale che l'Italia della finanza si agiti e cerchi di ammorbidire eventuali attriti. Resta ora da capire se Vincent Bolloré gli alleati spagnoli del Santander cederanno i loro titoli a UniCredit, in modo da rendere più fluida la fusione. «Da parte mia — continua —non ci sono problemi. Ma credo che non ve ne siano nemmeno da parte del Santander.Da quanto è a mia conoscenza, la banca spagnola apporterà i suoi titoli all'operazione ». Ma del resto, a ben ricordare, il presidente del gruppo spagnolo Emilio Botin ha sempre dichiarato che la partecipazione (un 2%scarso) in Capitalia era di carattere finanziario.
E conferma anche il fatto che se il Santander, insieme agli alleati Royal Bank of Scotland e Fortis lancerà l'Opa da 70 miliardi di euro sulla olandese Abn Amro, l'istituto spagnolo punterà solo alla partecipata AntonVeneta e non al pacchetto del 9%circa che detiene da tempo in Capitalia. Il chiarimento di Vincent Bolloré sulla vicenda UniCredit-Capitalia, è dunque importante perché sgombra definitivamente il campo da qualsivoglia incertezza e "benedice" di fatto questa nuova operazione. È importante, anche, perché dimostra quanto l'imprenditore bretone sia "attaccato" a preservare gli equilibri azionari in Mediobanca e a garantire quindi quella indipendenza nella gestione, che è stata alla base del rilancio della banca di Piazzetta Cuccia negli ultimi anni.
Del resto Vincent Bolloré, nei suoi investimenti, è difficile che si sbagli. Finora non è mai avvenuto, e caso mai è avvenuto il contrario, come dimostrano le importanti plusvalenze incassate nelle operazioni degli ultimi anni: Bouygues, Lazard e, perché no, anche Capitalia.
