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Positive per Prodi le aggregazioni

di Laura Serafini

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19 maggio 2007


Forse non avrà deleghe operative nel nuovo gruppo bancario che nascerà dalla fusione tra Capitalia e UniCredit. Ma certo il ruolo di gran cerimoniere dell'operazione che porterà la banca romana a convolare a nozze con l'istituto guidato dal Alessandro Profumo è indiscutibilmente quello di Cesare Geronzi. A tradirlo sono le curiose modalità di condurre le trattative, praticamente sotto i riflettori, e poi di ripetere un antico rito, quello della visita pastorale alle Autorità coinvolte — Banca d'Italia,Isvap e Antitrust —ancor prima di annunciare l'operazione ai propri azionisti e al mercato.

La ricerca del consenso sembra il leit motiv di questa fusione. Cosa ne é di quelle Opa a sorpresa senza chiedere il permesso (almeno in apparenza), come ci aveva abituato Bnp Paribas comprando Bnl ea suo modo anche la fusione tra Sanpaolo e Intesa?
La nascita della nuova UniCredit a quanto pare aveva bisogno dell'approvazione del sistema, quello politico innanzi tutto.L'assenso del Governo è stato ribadito ieri dal premier, Romano Prodi, che pur negando ogni contatto con Geronzi e Profumo (nei mesi scorsi protagonista nel convegno Italiani-europei organizzato da Ds) ha dato il sostegno al merger.

«So che hanno visto Autorità politiche diverse —ha detto Prodi —. Non li ho incontrati,però ritengo, per quanto riguarda le fusioni bancarie,che il rafforzamento delle istituzioni italiane sia positivo per il Paese.Se l'avessimo fatto anni fa avremo una struttura anche industriale più forte;le banche sono uno strumento della strategia produttiva del Paese estremamente importante, soprattutto in epoca di globalizzazione». E ha chiosato,riferendosi anche a Intesa Sanpaolo: «Un augurio che io faccio, avendo ora noi due grandi banche italiane a livello europeo è che queste accompagnino in tutto il mondo le imprese italiane».

Sono in molti nella capitale della politica a voler mettere un po' di peperoncino sulle origini dell'operazione della nuova UniCredit.«Giovanni Bazoli è riuscito a coalizzare persone che non si sarebbero mai unite spontaneamente », commenta un esponente del mondo politico. La fusione Intesa Sanpaolo,nata da genio bazoliano si dice con la benedizione di Prodi cui il banchiere è ritenuto vicino, secondo quest'interpretazione avrebbe unito quanto, tra banchieri e politici, più esula dall'area ulivista che fa capo al premier. La nuova superbanca UniCredit avrebbe così trovato la sintesi per larghe intese di un asse che passa dal "già" diessino (ora Partito democratico) Massimo D'Alema, all'ex premier Silvio Berlusconi fino a lambire il leader Udc Pieferdinando Casini, il cui suocero è l'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, vice presidente del Monte dei Paschi.

I rapporti di Geronzi con D'Alema affondano le radici ai tempi in cui la Banca di Roma e Mps erano i maggiori creditori del Pci. Ma il presidente di Capitalia è sempre stato bipartisan nelle erogazioni, sostenendo le difficoltà della Fininvest che in tempi recenti ha ricambiato entrando nel patto di sindacato di Capitalia.
Nel settembre scorso D'Alema, Geronzi, i francesi Vincent Bollorè e Tarak Ben Ammar (vicino a Berlusconi) entrambi presenti in Mediobanca, si sono visti a colazione. Chissà se già allorasi gettavano le basi del nuovo progetto bancario per ribilanciare gli equilibri sconvolti dal polo IntesaSanpaolo nato due mesi prima.

Forse, invece, la politica non c'entra nulla. O forse è la politica che talvolta va a rimorchio delle banche e non viceversa. Certo è che il j'accuse dell'ex commissario europeo Mario Monti, che ha tacciato i gruppi bancari di essere «un governo occulto»riferendosi al ruolo giocato nel riassetto di Telecom Italia e denunciato i rapporti troppo stretti con la politica, ha suscitato un vespaio di polemiche e reazioni piccate. Prime fra tutti quelle di Bazoli e del presidente dell'Acri, l'associazione delle Fondazioni bancarie, Giuseppe Guzzetti.

Se la nuova UniCredit fa contento anche il mondo Ds, un'altra banca considerata nella loro area di influenza resta zitella. Il fermento del mondo delle banche popolari — domenica sisposeranno anche Bper, guidata da Guido Leoni, e Bpm di Roberto Mazzotta (già vice segretario Dc ai tempi di Ciriaco De Mita) — riduce la rosa dei potenziali partner di Mps,alla cui presidenza è approdato Giuseppe Mussari. Forse dovrà cercare all'estero la soluzione per le nozze: e in quel caso la politica conterà davvero poco. Restano ancora in cerca di un'anima gemella due gruppi assicurativi: Unipol, espressione del mondo cooperativo storicamente vicino alla sinistra, e Mediolanum che fa capo al gruppo Fininvest.

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