Borsa Italiana rompe un lungo silenzio e spazza via il rischio dell'isolamento autarchico tornando al centro del risiko finanziario che ha coinvolto recentemente le piazze mondiali, da New York a Parigi, da Chicago a Tokio. La società guidata dall'amministratore delegato Massimo Capuano presenterà giovedì 21 giugno al cda una proposta di alleanza concordata con il London Stock Exchange, la Borsa di Londra. Morgan Stanley e Mediobanca sono stati scelti come advisor.
Da quanto risulta al Sole24Ore.com il progetto prevede una newco a maggioranza inglese in cui confluiranno le piattaforme di trading dei due mercati. Sulla maxi operazione è arrivata la conferma dalla Borsa londinese. «Il board di London Stock Exchange Group darà ulteriori dettagli al momento appropriato», ha concluso un comunicato del Lse. Borsa Italiana, attualmente, non ha aggiunto altro rinviando al comunicato di Londra.
Questa mossa a sorpresa chiuderebbe definitivamente la porta ai ripetuti tentativi di Nyse-Euronext (la piazza finanziaria numero uno al mondo nata dall'integrazione tra New York e la piattaforma paneuropea che comprende Parigi, Amsterdam, Bruxelles e Lisbona) di chiamare Milano a bordo di un'alleanza che in un primo tempo aveva previsto anche la partecipazione italiana con un rappresentante nel board. L'ultimo rilancio franco-americano risalirebbe a poche ore fa, mentre filtravano i primi rumor sull'intesa Lse-Borsa Italiana. In ogni caso non ci sarebbe più storia, visto che è ormai pronta da firmare una lettera d'intenti. Una fonte finanziaria ha confermato che il board di Piazza Affari non porrà ostacoli al progetto e che l'obiettivo numero uno è conservare un margine d'indipendenza nonostante la capitalizzazione sia un terzo di quella londinese. La conclusione dell'operazione è prevista per l'inizio di agosto.
La svolta arriva dopo i recenti allarmi sul rischio di navigazione solitaria per Borsa Italiana in uno scenario mondiale di turbinoso consolidamento delle piazze finanziarie e dopo che non più di sette mesi fa era definitivamente naufragato il progetto fortemente sponsorizzato da Milano di listino federale europeo con la Deutsche Börse di Francoforte allargato a Euronext. Quest'ultima, a dispetto delle aspettative dei governi italiano e tedesco, era infine approdata a fine dicembre 2006 all'alleanza con il New York Stock Exchange, la cui offerta si è conclusa il 20 marzo scorso.
Il gruppo americano, inoltre, è entrato a gennaio nel capitale della Borsa indiana di Mumbai (acquisito il 5%) e ha definito in febbraio una importante partnership commerciale con la Borsa di Tokio. Sempre Nyse-Euronext ai primi di giugno è stato accreditato di avere avanzato un'offerta per la Bolsa di Madrid. Altro grande colpo sul fronte dei listini specializzati in derivati: a ottobre 2006 a Chicago da una mega-fusione tra Cbot e Cme (Chicago mercantile exchange), erano state poste le basi per il più grande mercato di futures e opzioni degli Stati Uniti (in totale controlla oltre l'85% del mercato americano dei futures e delle opzioni). Ma neanche i più forti possono dormire sonni tranquilli: proprio Cbot (Chicago Board of Trade) è entrato nel mirino, nelle ultime settimane, della piattaforma Intercontinental Exchange (Ice), con base ad Atlanta e Cme è stato costretto a rialzare del 16% la propria offerta. (Al.An.)