Il ministero per l'Economia ha affidato ai tre consulenti Merrill Lynch, Chiomenti e Bain& Company il compito di esplorare la percorribilità e le eventuali problematiche di due possibili vie di uscita dell'impasse su Alitalia.
Un commissariamento avvalendosi della legge Marzano oppure in alternativa una cessione attraverso aumento di capitale. I tecnici dovranno completare la loro valutazione entro il fine settimana e consegnarne l'esito al ministro entro lunedì mattina. Il fatto singolare della vicenda è che soltanto giovedì scorso il ministro Tommaso Padoa-Schioppa aveva detto al Corriere della Sera che per Alitalia c'erano solo due possibilità: la vendita oppure la liquidazione tout court,
che è cosa ben diversa dal commissariamento.
Quello del ministro era sembrato un messaggio nei confronti di quelle componenti della maggioranza che spingono per tenere l'azienda nelle mani dello Stato. Ma poi, a distanza di poche ore, ha dato mandato agli advisor per approfondire l'esatto contrario di quanto dichiarato.
Alcune fonti fanno notare che l'applicazione della Marzano, che prevede la nomina – in questo caso pubblica – di un commissario cui affidare poteri straordinari per rilanciare la società, sarebbe una sfiducia dell'operato di Tommaso Padoa-Schioppa visto che in base alla legge le competenze sull'operazione passerebbero al ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani. E ancora: la normativa varata per il caso Parmalat non sembra direttamente applicabile al caso Alitalia.
A questa forma di amministrazione straordinaria possono accedere infatti aziende industrialmente sane che si trovano in stato di insolvenza per cause straordinarie. La compagnia aerea è in una situazione opposta: non è sana, perché la struttura dei costi e quella finanziaria sono inefficienti, ma possiede ancora liquidità. L'ostacolo potrebbe essere aggirato con un decreto ad hoc che ne stabilisca l'applicabilità, ma poi bisogna vedere se Bruxelles non avrebbe nulla da ridire.
L'ipotesi dell'aumento di capitale prevede invece che il Tesoro lanci un aumento per poi cedere sul mercato i diritti di opzione diluendosi, ma senza uscire del tutto dal capitale di Alitalia. Il compratore – o i compratori –delle opzioni si troverebbe così a cogestire la società con il ministero, sia nella nomina del nuovo management di Alitalia sia nella predisposizione del piano industriale.
È probabilmente alla luce dell'approfondimento richiesto da Padoa-Schioppa che ieri il consiglio di amministrazione della compagnia, riunito per esaminare le linee guida di un piano industriale di emergenza dopo il fallimento della gara, abbia deciso di aggiornare la riunione a venerdì 27 luglio. I presupposti del piano industriale cambierebbero notevolmente in presenza di un aumento di capitale, ad esempio. In ogni caso, l'obiettivo è di avere elementi certi a sufficienza il prossimo venerdì per potere dare incarico alle strutture di completare il piano entro settembre.
Tutto lascia pensare, comunque, che le riserve sulle sorti di Alitalia saranno sciolte già la prossima settimana. Ieri il ministro per i Trasporti Alessandro Bianchi, spiegando il perché ieri la questione non era stata affrontata in consiglio dei ministri, ha affermato che della società si tornerà a parlare lunedì.
Padoa-Schioppa è atteso giovedì in Parlamento per relazionare sulla vicenda. Ieri intanto il titolo ha chiuso in ribasso dell'1,7%.
