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Fotostoria del Banco Ambrosiano
La prima pagina del Sole-24 Ore di sabato 7 agosto 1982


di Aldo Bernacchi

Venticinque anni fa, il 6 agosto 1982 il Banco Ambrosiano veniva messo in liquidazione coatta amministrativa. Stava per nascere il Nuovo Banco destinato a diventare sotto la guida di Giovanni Bazoli una delle più grandi banche non solo italiane. Le perdite accertate in quel momento erano di 1.193 miliardi di lire, ma il buco della banca guidata da Roberto Calvi risulterà ben più grande - 4.292 miliardi di cui 3.136 rimborsabili a vista - al momento della sentenza definitiva sul fallimento emessa nel 1994. A un quarto di secolo dalla sua morte, appeso a un traliccio del ponte dei Frati neri sul Tamigi, nel centro di Londra, non si conosce però ancora il nome degli assassini di Calvi. L'unica verità accertata al termine del processo di primo grado che si è chiuso a Roma nel giugno di quest'anno è che il banchiere di Dio e dagli occhi di ghiaccio è stato ucciso con un piano predeterminato per far tacere un uomo che sapeva troppo di troppi. Viene così scartata definitivamente la tesi del suicidio, apparso fin da subito improbabile ma non per il coroner inglese, David Paul, che il 23 luglio chiudeva la sua inchiesta sostenendo che Calvi, stressato e disperato si era ucciso.

La storia del Banco incentrata sulle manovre più spregiudicate di Calvi, il banchiere prima protetto e poi abbandonato dai suoi stessi alleati, che erano il Vaticano con lo Ior di Paul Marcinkus e la Loggia P2 di Licio Gelli, trova il suo tragico e clamoroso epilogo nella primavera del 1982.

Ecco le principali tappe cronologiche del grande crac.
5 maggio 1982: é il primo giorno di quotazione alla Borsa di Milano delle azioni del Banco. Un'operazione voluta dalla Consob di Guido Rossi per obbligare Calvi a una maggiore trasparenza. L'esordio è disastroso davanti agli occhi del banchiere sceso tra le vecchie corbeille di Piazza Affari. Il titolo crolla del 20%.
28 maggio: la Banca d'Italia fa il punto della situazione debitoria del Banco: «malgrado ripetuti solleciti» disattesi dal vertice dell'istituto - si legge nel documento inviato a Calvi - il rischio complessivo a fine 1981 risultava superiore a 1.400 milioni di dollari. Un buco in continua crescita creato da una girandola di finanziamenti emessi dal Banco a favore di una delle tante società off-shore - molte controllate dal Vaticano - che a sua volta usavano il denaro per altri finanziamenti («back to back») o per acquisire azioni del banco stesso. Con cui Calvi alla fine si autocontrollava.
7 giugno: contro il parere di Calvi che si astiene, il cda del Banco decide di distribuire ai consiglieri e ai sindaci la lettera della Banca d'Italia. Calvi nel frattempo preme su Marcinkus perchè faccia valere le "lettres de patronage" con cui il Vaticano garantiva i prestiti del Banco. Ma Marcinkus nega ogni garanzia facendosi forte di una lettera di manleva sottoscritta dallo stesso Calvi, che si impegna a risolvere tutto l'intreccio debitorio entro il 30 giugno.
11 giugno: Nella notte Calvi sparisce iniziando il viaggio che non avrà più ritorno, da Klagenfurt fino a Londra.
15-16 giugno: Calvi, accompagnato a Londra da Flavio Carboni e Silvano Vittor, tenta una serie di contatti anche con l'Opus Dei. Si vocifera su un fondo segreto, da smobilitare, di 2,2 miliardi di dollari costituito per conto dello Ior e di altre realtà religiose. Non se ne saprà nulla.
17 giugno: Il cda del banco si riunisce e destituisce Calvi dalla presidenza. La sua segretaria, Gabriella Corrocher, si suicida gettandosi dalla sede milanese del Banco in via Clerici.
18 giugno: Calvi viene trovato impiccato a pelo delle acque limacciose del Tamigi: in tasca ha alcune pietre e un passaporto falso intestato a Gian Roberto Calvini.
19 giugno: la Banca d'Italia nomina gli organi della gestione straordinaria e si iniziano le pratiche per la liquidazione del Banco.
1 luglio: i commissari del Banco incontrano a Roma negli uffici dello Ior Marcinkus, Mennini e De Strobel cercando di ottenere quello che Calvi non aveva ottenuto. Ma la risposta è la stessa: le "lettres de patronage" hanno solo valore di dichiarazioni di favore. Per chiudere la vicenda, viene poi esibita la lettera di manleva che Calvi aveva indirizzato allo Ior.
5 luglio: viene sospeso ogni finanziamento a favore delle filiali estere del Banco, vista la loro cronica insolvibilità. Intanto il Tesoro e la Banca d'Italia contattano le banche disposte a formare un pool per un pronto intervento mediante la costituzione di una nuova banca che sorga sulle ceneri della vecchia.
3 agosto: Le banche del pool sono pronte a mettere di proprio 350 miliardi. Secondo i dettati di Banca d'Italia, rilevano le attività e passività del Banco con esclusione delle partecipazioni che fanno capo al Banco Ambrosiano Holding del Lussemburgo, tagliando così di netto il cordone ombelicale con le consociate estere del banco.
6 agosto: liquidato il vecchio Banco, con atto del notaio Luigi Augusto Miserocchi, vieve costituito il Nuovo Banco Ambrosiano che riunisce per la prima volta il consiglio. Le banche partecipanti con le rispettive quote di capitale sono: Banca popolare di Milano (20%); Bnl (16,70%); Imi (16,65%); Istituto Bancario San Paolo di Torino (16,65%); Banca agricola commerciale di Reggio Emilia, che presto si chiamerà Credem (10%); Banca San Paolo di Brescia (10%); Credito Romagnolo 10%.. Presidente del nuovo istituto che presto si chiamerà semplicemente Nuovo Banco è Giovanni Bazoli. Un binomio - banca e presidente - destinato a fare uno spettacolare percorso insieme fino a diventare quello che è oggi il gruppo Intesa-San Paolo.

(1 agosto 2007)

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