Una commessa da 1,2 miliardi di euro per 51 elicotteri A129 destinati al Comando turco delle forze di terra. E' questo l'ultimo ordine vinto in Turchia da Agusta Westland, società controllata da Finmeccanica. Una commessa ancora da presentare ufficialmente - la notizia è apparsa soltanto sul sito ufficiale del ministero della difesa turco - ma che evidentemente è circolata negli ambienti finanziari: in mattinata il titolo Finmeccanica è salito di oltre il 2%, poi è sceso alla parità per effetto della più generale debolezza dei mercati.
«Nel quadro del programma Atak - ha annunciato il Governo turco- lo scorso 7 settembre è stato raggiunto l'accordo con Agusta Westland: seguirà presto una cerimonia ufficiale». I negoziati tra le parti erano iniziati alla fine di marzo quando Agusta annunciò l'intenzione di partecipare alla gara per il programma Atak (Tactical Reconnaissance and Attack Helicopter). Dopo cinque mesi, quindi, Finmeccanica torna ad essere protagonista sulla terra di Ataturk. Proprio il 30 marzo,infatti, l'azienda di elicotteri si era aggiudicata un contratto da 2,7 miliardi di dollari per la co-produzione, in 12 anni, di 30 elicotteri da combattimento, con l'opzione per altri 20.
In entrambi i casi il progetto è frutto di una joint-venture italoturca tra Agusta Westland e Tai, la Turkish Aviation Industry.
Il consolidamento della presenza in Turchia, però, oltrechè per il valore economico della commessa è fondamentale per la presenza nel Paese e per la valenza strategica che assume. Lo stesso amministratore delegato della società, Giuseppe Orsi, aveva spiegato che il gruppo si pone «come interlocutore privilegiato per il Paese e le aree limitrofe ». Da Ankara, infatti, potrebbe partire la conquista del Medio Oriente. Di sicuro l'ufficialità dell'ultima commessa ha confermato che Agusta Westland è una delle principali aziende di riferimento a livello globale per il settore degli elicotteri. Diventando spesso il «concorrente da battere».
Quando erano partite le trattative, il Presidente e Amministratore Delegato di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, aveva detto: «La scelta degli elicotteri AgustaWestland da parte della Turchia conferma l'elevata competitività dei nostri prodotti e le ottime relazioni industriali che esistono tra Italia e Turchia. Paese nel quale Finmeccanica è presente da molti anni in diversi settori. Questa scelta rinnova i rapporti di stima e amicizia reciproci e apre la strada a nuove interessanti opportunità di collaborazione tra i due Paesi ».L'accordo raggiunto,comunque, coinvolge sotto diversi aspetti la Turchia, a cominciare dalle aziende locali che saranno coinvolte nello sviluppo del progetto. In prima fila, al fianco di Agusta, ci saranno le principali società aerospaziali del Paese a cominciare da Tai e Aselan. Non si tratta, tuttavia, di una partnership solo a livello finanziario o industriale. Le aziende collaboreranno anche sul piano dell'assemblaggio coinvolgendo diverse strutture in Italia e Turchia.
Quella chiusa in questi giorni è però solo una della partite che sta giocando Finmeccanica. La più importante è quella che si sta consumando in questi negli Stati Uniti. Il 30 agosto la Corte di Conti americana (Gao) ha chiesto all'aeronautica militare di riaprire la gara vinta dalla Boeing
per la fornitura di 141 elicotteri "Combat search e rescue" (comabattimento, ricerca e soccorso) del valore di 15 miliardi di dollari. Il Gao aveva già prodotto una prima raccomandazione alla fine di febbraio, dopo che il Congresso Usa aveva riscontrato della irregolarità nella gara d'appalto. A questo punto è possibile che la commessa venga annullata e si proceda a un nuovo bando, per il quale AgustaWestland e gli alleati Lockheed Martin sarebbero già pronti. Una vittoria sarebbe fondamentale «perché – spiegano fonti vicine all'operazione – spingerebbe molti Paesi amici degli Usa ad acquistare gli stessi mezzi».