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Banche in crisi di liquidità. Nuovi fondi da Fed e Bce

di Mara Monti e Beda Romano

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28 settembre 2007

Il malato sta migliorando, ma non è ancora guarito. È la diagnosi di analisti ed operatori incuranti dell'ormai cronica sete di liquidità del sistema creditizio mondiale. E così mentre la Bce e la Federal Reserve continuano a riversare sui mercati miliardi di dollari e di euro per cercare di contenere le tensioni sul mercato interbancario, le Borse corrono in Europa e negli Usa incoraggiate dai dati sul mercato dei lavoro migliori delle aspettative e dai listini asiatici su nuovi massimi: con il rialzo del 2,4% la Borsa di Tokyo ieri ha toccato il record da sei settimane, seguita da Hong Kong +2,41% al nuovo livello storico oltre i 27 mila punti e la Borsa cinese cresciuta dell'1,3 per cento.
In Europa il segno positivo è prevalso per la seconda seduta consecutiva: a Parigi il Cac40 ha guadagnato lo 0,75% mentre a Francoforte il Dax ha segnato +0,64 per cento. A Londra dove l'indice Ftse-100 ha chiuso con un rialzo dello 0,83%, protagonista è stato il titolo Northern Rock , la società vittima della crisi dei mutui, in rialzo del 5,88% sulle voci dell'interesse da parte del magnate spagnolo Jose Maria Ruiz Mateos ad acquisirne il 10 per cento. Meno brillante Piazza Affari con il Mibtel +0,11% ed SPMib -0,03 per cento. Segnali confortanti sono venuti anche da Wall Street positivo per tutta la seduta (DJ +0,26%, Nasdaq 0,37% e S&P's 500 0,4%) nonostante il crollo delle vendite di nuove case scese dell'8,3% ad agosto, un dato compensato dalla richiesta di sussidi di disoccupazione inferiori alle aspettative. Dunque il mercato del lavoro sembra tenere, ma gli analisti prima di cantare vittoria attendono i dati sul Pil del terzo trimestre per fotografare l'impatto reale della crisi estiva sull'economia americana. Nel frattempo scommettono su un nuovo taglio dei tassi di interesse da parte della Fed già al prossimo Fomc del 30 ottobre.
Intanto, la crisi che ha colpito i mercati nelle scorse settimane comincia ad avere un contorno più definito con i settori immobiliare e bancario a pagare il prezzo più alto. Dopo Goldman Sachs, Morgan Stanley, Lehman Brothers e Bear Stearns che hanno rivisto al ribasso i dati del terzo trimestre, la prossima sarà Merrill Lynch sulla quale gli analisti prevedono forti perdite nei settori obbligazionario e dei mutui.
La tensione resta alta sul mercato del credito dove ieri le banche centrali hanno iniettato nuovamente liquidità. Negli Usa la Fed ha aggiunto 38 miliardi di dollari al sistema, lo stesso ammontare immesso lo scorso 10 agosto all'apice della crisi, un livello toccato soltanto nel settembre 2001.
A sua volta la Banca centrale europea (Bce) ha annunciato ieri di avere prestato mercoledì 3,9 miliardi di euro a un tasso penalizzante del 5,0%. Come è tradizione, l'istituto monetario non ha spiegato se il prestito sia stato a una o a più banche e non ha dato ulteriori dettagli. Il tasso d'interesse del 5,0% è quello utilizzato dall'istituto monetario quando una banca commerciale ha bisogno di denaro a breve termine. L'operazione è garantita da collaterale. L'ammontare è relativamente elevato, il più elevato dall'ottobre 2004. Nei momenti peggiori di agosto i prestiti concessi overnight dalla Bce in situazioni di emergenza sono stati al massimo di due miliardi di euro. A sorprendere è il fatto che la richiesta di liquidità sia avvenuta dopo numerose iniezioni di denaro fresco da parte dell'istituto monetario. Questa settimana, la Bce ha organizzato due operazioni: una a tre mesi con un tasso medio del 4,63% e un ammontare di 50 miliardi di euro, e un'altra a una settimana a un tasso medio del 4,29% e del valore di 190 miliardi di euro.
La situazione sul mercato rimane difficile, con i tassi a tre mesi a livelli sempre elevati, 4,70%. Detto ciò la richiesta è stata dettata probabilmente dal momento delicato. Sta terminando il terzo trimestre e gli istituti di credito sono impegnati a chiudere i conti.
Bussare alla porta della Bce per un prestito overnight fuori dalle scadenze normali è uno strumento a disposizione delle banche quando per un motivo o per l'altro non riescono a rifinanziarsi sul mercato. Non è necessariamente la spia di problemi particolari.
È difficile capire la provenienza della richiesta. A chiedere il prestito potrebbe essere un istituto di credito della zona euro, così come una filiale europea di una banca inglese. Nelle scorse settimane è emerso che numerose società finanziarie britanniche hanno partecipato alle aste di rifinanziamento della Bce.

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