Ing Direct ha i mutui più convenienti. È quanto emerge da un'analisi del sito web specializzato, Mutuionline.it, sulle offerte più recenti delle banche in Italia. La «Zucca», in particolare, è sempre al primo posto nelle ipotesi di sostituzione del finanziamento. Viceversa, in caso di acquisto di prima casa, c'è maggior concorrenza tra gli istituti di credito e a contenderle il primato sono San Paolo (Intesa-San Paolo) e Banca Ucb (Bnp Paribas).
L'indagine ha preso in considerazione tre diversi profili: libero professionista, artigiano e impiegato in altrettante città italiane (Milano, Firenze e Roma) che intendono acquistare un immobile del valore di 200mila euro. L'importo richiesto alle banche è di 100mila euro. Le offerte riguardano sia il tasso fisso che variabile e oscillano su un orizzonte temporale di 10, 20 e 30 anni (le tabelle complete sono disponibili sul sito del «Sole24-Ore»). Infine, i mutui vengono distinti in due macroaree: quelli erogati per la prima casa e quelli invece relativi alla «rottamazione» del vecchio finanziamento. Una soluzione, quest'ultima, incentivata dal decreto Bersani del 2 febbraio scorso. Provvedimento che ha abolito le penali per i nuovi contratti mentre per i vecchi è stato siglato, prima dell'estate, un accordo di riduzione tra le associazioni dei consumatori e l'Abi, l'organizzazione di categoria delle banche.
Andando nel dettaglio, in caso di sostituzione del mutuo, l'offerta di Ing Direct è pari al 5,3% per il tasso fisso su un orizzonte di 10 anni. Se guardiamo l'Isc, ovvero l'indice sintetico dei costi, si sale per lo stesso periodo a 5,43 per cento. «Nell'Isc o Taeg – sottolinea Roberto Anedda, direttore marketing di Mutuionline.it – oltre al tasso e a tutte le spese previste, noi inseriamo anche il costo dell'assicurazione per scoppio e incendio».
Nell'ambito dell'ipotesi di sostituzione mutuo, la Zucca cambia l'offerta del tasso fisso sui 20 anni (5,62%) e sui 30 anni (5,61%). Resta inchiodata invece al 5,24% per il tasso variabile. A tenere il passo dell'offerta Ing, vi è la Bnl (Bnp Paribas) che si colloca al secondo posto nelle offerte per la rottamazione del mutuo. «Le richieste di sostituzione erano cominciate già nella seconda parte del 2006 – ricorda Anedda –, ben prima del decreto Bersani come dimostrano i dati del nostro report di agosto». Si è passati dal 5,5% del primo semestre 2006 al 10,6% dei sei mesi successivi. Ma è nel periodo gennaio-giugno del 2007 che si è verificato il boom e le domande di sostituzione sono salite al 20,9% del totale.
Oltre alla lenzuolata Bersani, gli italiani sono spinti a cambiare mutuo dal continuo incremento dei tassi di interesse. Si chiede la sostituzione del finanziamento e la scelta cade sulla vecchia formula del «fisso». «In futuro però la richiesta di sostituzione aumenterà anche per altri motivi. La semplificazione delle procedure per accendere un mutuo – aggiunge Anedda – e l'abbattimento dei costi, anche quelli notarili, saranno tra queste cause».
C'è chi sta cavalcando il nuovo trend, come appunto Ing Direct, per acquisire nuova clientela. E chi invece resta nell'affollata area dei mutui «prima casa». Dove in effetti la concorrenza si fa sentire. Il Sanpaolo infatti, sui dieci anni, propone un tasso fisso di 5,05% e un Isc di 5,31 per cento. Anche sui 20 anni la Zucca è battuta: Banca Ucb infatti offre un tasso fisso di 5,30 per cento. Più in generale il «fisso» per la prima casa batte sempre l'omologo nell'ipotesi però della sostituzione. Sul variabile prima casa, Ing Direct si prende invece la rivincita e viene superata soltanto sui 30 anni dal mutuo proposto da Banca Lombarda Private Investment (5,12%).
Resta il fatto che le richieste di sostituzione stanno aumentando proprio a discapito del principale segmento: la domanda di finanziamenti prima casa infatti, secondo il report estivo di Mutuionline.it, è passata dall'80,2% del primo semestre 2006 al 58% di luglio-agosto 2007, mentre quelli di sostituzione hanno raggiunto la ragguardevole quota del 29,9 per cento (erano il 10,6% un anno fa). Un'inversione di tendenza che non riguarda invece le categorie professionali: è sempre il dipendente a tempo indeterminato (78%) ad essere il principale cliente di banche e società di finanziamento, seguito a grande distanza dall'imprenditore-lavoratore autonomo (13,5%). Il lavoratore atipico è invece il fanalino di coda (2,2%).