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Le regole e i controlli per chi compra

di Nicola Borzi

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10 settembre 2007

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Il risparmiatore che si accinge all'acquisto della casa deve seguire alcune regole di prudenza. La prima, valida nel caso dell'acquisto diretto dal proprietario, è di compiere alcune verifiche: effettiva titolarità della casa in capo al solo venditore, mancanza di "pregiudizievoli" (ipoteche e pegni), corretto accatastamento, avvenuto pagamento di eventuali imposte, oneri urbanistici, condoni. Chi compra è obbligato a pagare quanto non versato dal precedente proprietario, su cui si potrà sì rivalere, ma con i tempi biblici della giustizia civile.
Chi compra direttamente da un venditore al quale siano intestate società di persone si espone per cinque anni dall'acquisto al rischio della revocatoria in caso di fallimento del venditore. Rischia cioé di vedersi apprendere la casa, che sarà venduta per soddisfare i creditori. L'acquirente si dovrà rivalere sul fallimento, a beni falcidiati però, quindi con un recupero minimo. «Ecco perché conviene sempre essere assistiti da consulenti immobiliari indipendenti», spiega Eustacchio Allegretti, amministratore delegato di Beni Immobili Gestiti. «Al momento della scelta del mutuo, poi, il risparmiatore deve considerare che la rata mensile non dovrebbe superare mai al massimo un terzo del suo reddito. Questo per conservare una quota di emergenza in caso di rialzo del costo del denaro, se il mutuo scelto è a tasso variabile».
Per la scelta del mutuo, occorre considerare loan to value (Ltv), durata del contratto e preammortamento. Più il loan to value (Ltv o percentuale dell'importo mutuato sul valore della casa) e la durata sono alti, più la banca alzerà lo spread, cioé il tasso.
Attenzione al preammortamento, cioé a quella forma di rimborso in cui inizialmente si pagano rate composte solo di interessi, dunque più "leggere": più il preammortamento dura, minore è il tempo in cui si dovrà rendere anche il capitale ricevuto, quindi maggiore sarà l'aumento della rata quando ciò avverrà. Attenzione anche alla durata: mutui troppo lunghi abbassano sì le rate, ma alla fine le somme restituite alla banca saranno ben più elevate di quelle pagate con contratti più brevi.

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