La sorpresa alla fine c'è stata. Se da un lato è vero che il nuovonumero uno operativo del gigante dell'alimentare Nestlé
viene come previsto dai ranghi interni,dall'altro però a vincere la corsa non è sato il favorito, il direttore finanziario olandese Paul Polman, bensì quello che era indicato da molti come il suo diretto inseguitore, il belga Paul Bulcke, attuale capo dell'area Americhe.
Nello sprint finale Bulcke ha superato il collega e concorrente e la multinazionale elvetica ha così confermato ancora una volta la tradizione che vuole il cda orientato a scegliere un manager che può vantare una lunga carriera interna. È il caso di Bulcke, 53 anni, in Nestlé dal 1979, che sarà ceo dall'aprile del 2008. Non è il caso di Polman, 51 anni, approdato nel gruppo di Vevey solo due anni fa, dopo gli incarichi al vertice di un altro gigante Procter & Gamble.
Peter Brabeck, 62 anni, austriaco, rimarrà presidente del cda. Brabeck ha guidato il rafforzamento di Nestlé negli ultimi anni e continuerà a essere influente all'interno del gruppo. Nestlé però, come richiesto a gran voce più di una volta da alcune associazioni di piccoli azionisti e da alcuni fondi di investimento, esce dalla fase del doppio incarico affidato a Brabeck ( presidente del cda e ceo). È stato lo stesso Brabeck, ora che Nestlé si avvia a superare a fine anno la soglia dei 100 miliardi di franchi, ad affermare alcuni mesi fa che si poteva tornare alla norrmale regola dei due incarichi separati.
Bulcke d'altro canto è molto vicino a Brabeck. «Bulcke è un uomo di business Nestlé – dice Marco Settembri, capo Mercato Italia in procinto di diventare ceo del ramo Purina Europe –,che in un certo senso ha seguito le orme di Brabeck. La sua nomina certamente dà sicurezza al gruppo». Alla Borsa, peraltro, la sorpresa-Bulcke non è piaciuta e il titolo Nestlé ieri è calato del 3,5%, forse sull'onda della delusione di quella parte degli invesitori che tifava per un manager più finanziario come Polman. «Ma non si può guardare alla reazione immediata delle Borsa – risponde Settembri – che può essere influenzata da molti fattori, compresi movimenti tecnici o speculativi. I risultati conseguiti da Bulcke in termini di affari, nelle aree in cui è stato responsabile, mostrano il suo contributo al rafforzamento del gruppo e sono dunque una garanzia per tutti, anche per gli investitori».
I due manager presenti nella corsa finale sono entrambi europei e questo anche è una conferma delle tendenze di fondo della Nestlé. Come già con l'austriaco Peter Brabeck e prima di lui con il tedesco Helmut Maucher, la multinazionale elvetica si orienta infatti in genere verso numeri uno europei. Bulcke in passato è stato anche responsabile di filiali europee e conosce bene tra l'altro l'Italia. «La priorità Europa – afferma Settembri – emerge ancora una volta nelle scelte concrete. Vi sarà continuità nei piani previsti per i merca