Grandi banche alleate per un piano d'emergenza. Obiettivo: garantire collettivamente con una super società veicolo obbligazioni legate a mutui immobiliari subprime e altri titoli di scarsa qualità fino a un controvalore complessivo di 100 miliardi di dollari. Una mossa concordata con il governo Usa evitare un'ondata di svalutazioni da parte degli istituti di credito e, di riflesso, il rischio d'innescare una nuova grave crisi creditizia.
Il piano è stato elaborato da Citigroup e altri grandi istituti di credito statunitensi, tra i quali Bank of America e JP Morgan Chase, in una riunione riservata svoltasi tre settimane fa al Dipartimento del Tesoro di Washington. Lo hanno rivelato fonti vicine alle trattative al Wall Street Journal, che ha pubblicato la notizia in prima pagina, specificando che la riunione è stata coordinata dal sottosegretario per le finanze interne Robert Steel, ex dirigente di Goldman Sachs e braccio destro del segretario al Tesoro Henry Paulson, che a sua volta prima dell'attuale incarico aveva guidato la prima banca d'investimenti del mondo.
Il nuovo fondo è studiato proprio per cercare di disinnescare quello che Citi e le altre grandi banche considerano come una minaccia velenosa al mercato mondiale: il pericolo che decine di fondi detenuti da banche siano obbligati a scaricare sul mercato miliardi di dollari di titoli garantiti da mutui immobiliari facendo crollare i prezzi. Un crollo che, a sua volta, provocherebbe forti svalutazioni da parte di banche, intermediari ed hedge fund che detengono tali titoli in portafoglio. L'effetto domino potrebbe andare anche oltre: se le banche, a loro volta, avessero la necessità di svalutare ulteriori attività in portafoglio, questo potrebbe innescare una restrizione più ampia dei finanziamenti con contraccolpi per le famiglie e per l'intera economia.
Uno scenario poco meno che apocalittico. In questo quadro il ruolo svolto da Citigroup, prima banca mondiale per capitalizzazione, appare rilevante. L'istituto newyorkese possiede quasi 100 miliardi di dollari in sette società-veicolo (Siv) o conduit a fronte dei 400 miliardi detenuti globalmente secondo le stime di Moody's. Tali società, formalmente indipendenti dalle società che le hanno create, emettono titoli a breve termine, abitualmente con bassi tassi d'interesse grazie alle elevate valutazioni di affidabilità creditizia registrate.
A loro volta le Siv impiegano le loro risorse finanziarie per acquistare titoli a scadenza più lunga e a rendimento più elevato come le obbligazioni legate ai mutui e a crediti esigibili di medie imprese in cerca di risorse sul mercato. Molte Siv in Agosto hanno registrato problemi ricoprirsi sui debiti a breve a causa delle preoccupazioni del mercato sulla qualità delle loro attività. Di qui il piano collettivo delle banche per al quale l'autorità di controllo finanziario di Londra, la Fsa, ha caldeggiato l'adesione da parte degli istituti di credito britannici, secondo quanto rivelano allo stesso Wsj fonti interne alle trattative.
Se il piano dovesse incontrare il consenso delle banche, l'annuncio del varo del maxi-fondo di garanzia potrebbe giungere già lunedì. Alcune banche si starebbero opponendo al progetto, sostenendo che in realtà è Citigroup che chiede di salvare alcune sue consociate mentre non c'è bisogno di un piano più ampio.