Stallo sudamericano per Telecom Italia che, in procinto di cambiare azionariato, non ha ancora ottenuto il sospirato via libera dell'Anatel brasiliana all'operazione che porterà Telco sulla plancia di comando. Al più presto, la questione sarà affrontata alla riunione del 17 ottobre, sul filo di lana della scadenza fissata per il closing.
Dopo i ripetuti ricorsi dei concorrenti di America movil, il gruppo del magnate americano Carlos Slim, contro il collegamento azionario tra la spagnola Telefonica e Telecom Italia – e conseguenti riflessi sul mercato brasiliano dove i due gruppi controllano i primi due operatori mobili del Paese – l'Anatel vorrebbe raggiungere una decisione all'unanimità, o quasi. Ma se il disco verde da Brasilia non dovesse arrivare prima del 31 ottobre, il contratto per l'acquisto della quota di Olimpia in Telecom Italia da parte della cordata Telco sarebbe comunque tecnicamente perfezionabile. L'orientamento sarebbe dunque quello di concludere la girata delle azioni, assumendo il rischio dell'incognita delle condizioni che l'Anatel potrebbe porre. Con la possibilità che si arrivi alla scissione della quota (il 10% di Telecom Italia) "prenotata" da Telefonica.
In Brasile Telco non è l'unica operazione in attesa del via libera dell'Anatel. In coda c'è anche la vendita della quota in Solpart – holding di controllo di Brasil Telecom – da parte di Telecom Italia a favore dei fondi pensione governativi già presenti nell'azionariato. L'accordo, raggiunto a luglio, dovrà ottenere il nulla osta dell'Authority delle tlc locale entro sei mesi, ma l'aspettativa è che la pronuncia possa arrivare già entro fine mese. Per l'Anatel la questione dovrebbe essere meno controversa, dal momento che i fondi pensione brasiliani hanno già ottenuto da parte loro l'autorizzazione della competente autorità governativa del settore. Ma di mezzo c'è l'opposizione del discusso finanziere Daniel Dantas che, contro l'operazione che lo vede tagliato fuori, ha presentato una decina di giorni fa un esposto alla Consob brasiliana.
Anche sul fronte dell'Argentina la situazione non è esente da contrasti, nonostante i procedimenti in corso non siano stati ritenuti d'ostacolo per il perfezionamento dell'operazione Telco. Nel Paese sudamericano Telecom Italia ha annunciato l'intenzione di salire al controllo di Telecom Argentina. Ha già il 48% di Sofora – la holding a capo del gruppo – e un'opzione (che è già stato comunicato sarà esercitata) per rilevare il 2% in mano a France Telecom, a partire dal 31 dicembre 2008 fino al 2013, al prezzo di 7 milioni di dollari. Il partner locale, il gruppo Werthein, ha il restante 48% di Sofora e un'opzione per rilevare a sua volta il 2% in mano a France Telecom nel gennaio 2008, quota che però dovrebbe comunque cedere a Telecom Italia se quest'ultima eserciterà l'opzione call in suo possesso.
A dicembre del 2008 Telecom, per un periodo limitato di 15 giorni, avrebbe anche la possibilità di rilevare il 48% di Werthein a condizioni molto favorevoli, con un'ulteriore call option a prezzo in parte predeterminato e in parte legato al valore di mercato. Comunque si tratterebbe di un prezzo a forte sconto rispetto al valore di mercato, prospettiva che Werthein – che non pare avere argomenti contrattuali per opporsi – vede ovviamente come il fumo negli occhi. Di qui le questioni sollevate nelle settimane scorse.
