Ubs mette le mani avanti sui conti dell'ultimo trimestre dell'anno in corso. Con mossa inusuale, il maggior gruppo bancario svizzero ha fatto il punto con un comunicato proprio alla vigilia della conferenza stampa sul terzo trimestre, che si svolgerà oggi a Zurigo.
Il gruppo elvetico da un lato ha confermato un rosso non enorme, compreso tra i 600 milioni e gli 800 milioni di franchi, per il periodo luglio-settembre; dall'altro ha avvertito però che potrebbero esservi «ulteriori deterioramenti nel mercato degli immobili e dei mutui negli Stati Uniti».
Il quarto trimestre è iniziato con risultati positivi per tutte le attività, comprese quelle di investment banking, ha affermato l'istituto rossocrociato, ma a causa dei problemi legati ai mutui a rischio Usa «Ubs non presume che il trimestre possa continuare così bene come è cominciato, o che le difficoltà attuali possano essere risolte nel breve termine».
Parole chiare e al tempo stesso pesanti. La Borsa di Zurigo ha premiato peraltro la tempestività e l'azione Ubs ha così chiuso la seduta di ieri a 62,15 franchi, in leggeto rialzo (+0,32%) sulla giornata precedente. Nel fine settimana i media elvetici avevano ripreso voci su possibili ingenti perdite nel quarto trimestre e il comunicato è stato anche una risposta a queste voci. Ubs ha cercato di rintuzzarle ridimensionando il problema, ma ha dovuto ammettere comunque che la bufera-mutui non è del tutto superata.
Lo scorso primo ottobre Ubs aveva annunciato il rosso del terzo trimestre, il primo dal 1998, come conseguenza delle perdite per 4 miliardi di franchi nel mercato ipotecario americano ad alto rischio. Marcel Rohner, da luglio nuovo ceo e successore di Peter Wuffli, aveva anche annunciato l'uscita di due top manager (il capo dell'investment banking Huw Jenkins e il direttore finanziario del gruppo Clive Standish), oltre che il taglio di 1.500 posti di lavoro nello stesso ramo investment banking. Ubs, che è leader mondiale nel private banking, aveva anche indicato di prevedere comunque per il complesso dei primi nove mesi del 2007 un utile pari a circa 10 miliardi di franchi, pur con un terzo trimestre in rosso. Una cifra di rilievo, che ha in parte rassicurato gli investitori. Ma naturalmente ora i riflettori si spostano sull'ultima parte dell'anno, per cercare di capire quanto la crisi immobiliare Usa ancora potrà incidere sui conti della banca elvetica.