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Alitalia precipita in Borsa. La compagnia: incomplete le indiscrezioni sulle offerte

a cura di Alberto Annicchiarico

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14 dicembre 2007

Giornata di passione per Alitalia in Borsa: dopo una sospensione per eccesso di ribasso a fine mattinata a -7,5% per ore il titolo ha faticato a rientrare in contrattazione, nonostante le precisazioni della società e dopo avere toccato il minimo storico, a 0,621 euro in calo del 28,6%.

Alla fine chiusura a -0,75 euro (-13%) con scambi eccezionali: oltre 50 milioni i titoli scambiati contro una media giornaliera di 8 milioni (terzo titolo più scambiato per volumi). Fra gli altri, hanno pesato il fantasma di un rinvio sine die della privatizzazione (il premier Romano Prodi ha dichiarato che «non ci sono scadenze legali» e deciderà il consiglio dei ministri) e soprattuto le indiscrezioni sui prezzi offerti dalle due cordate in gara, Air France-Klm e AirOne-Intesa Sanpaolo.

Il titolo è stato sospeso la prima volta in Borsa alle 11,30: il calo teorico segnato dalla Compagnia di bandiera in quel momento era del 25% a 0,8 euro. I tentativi successivi di rientro sono andati più volte a vuoto, anche dopo la nota con cui Alitalia ha precisato che gli «elementi» sui prezzi pubblicati questa mattina dal Sole 24 Ore e rilanciati nel corso della seduta di Borsa da alcune agenzie di stampa «non risultano completi e pienamente rispondenti e, comunque, attengono ad offerte non vincolanti, costituendo, pertanto, un mero primo riferimento di valore». Una precisazione che suona quanto meno come una parziale conferma.

L'offerta di Air France, secondo le indiscrezioni, sarebbe di 35 centesimi mentre quella di AirOne sarebbe di un centesimo. Il titolo ha risentito, anche delle divisioni in seno al Governo: Prodi e il ministro dell'Economia, Padoa-Schioppa, sono per la soluzione franco-olandese, il vicepremier Rutelli, il ministro dei Trasporti, Bianchi, ma anche il leader del Pd, Veltroni propendono per la via italiana al salvataggio.

Cresce intanto l'incertezza sul futuro dei vertici di Alitalia. Secondo numerose indiscrezioni il presidente della compagnia Maurizio Prato sarebbe pronto alle dimissioni se la decisione sul partner non dovesse arrivare nemmeno martedì prossimo, 18 dicembre, e se la scelta non cadesse su Air France-Klm. Intanto si discute della polemica scatenata dall'ipotesi di una cordata dell'ultim'ora guidata dal finanziere George Soros con il fondo Quantum e da Singapore Airlines, che però ha smentito nuovamente la prorpia intenzione di partecipare al rush finale, provocando l'accensione del faro della Consob, che ha ribadito venerdì mattina di seguire attentamente la vicenda.

Questa mattina Deutsche Bank e lo studio legale Orrick hanno fatto sapere che, effettuate le opportune verifiche relative alla fase preliminare, «non sussistono i presupposti e le condizioni» affinché aderiscano alla richiesta di advisory del fondo Usa Evergreen e della società di investimento THL nel processo di vendita del 49,9% di Alitalia. Precisazioni necessarie dopo che secondo indiscrezioni stampa i due potenziali investitori avrebbero richiesto la consulenza del gruppo bancario e dello studio legale per mettere in piedi una cordata aperta a un futuro ingresso della compagnia asiatica.

Sulla vicenda Alitalia torna a farsi sentire Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia. «A questo punto il governo farebbe molto bene a rendere noti i piani industriali dei concorrenti nella loro totalità. Non si capisce perché questi piani debbano rimanere segreti, il piano industriale è il principale elemento di valutazione: non conta chi offre un centesimo in più o in meno, si gioca sull'impegno della società a presentare il piano».

Oltre alla richiesta di rendere noti i piani industriali, il presidente lombardo ha inviato ieri sera una lettera in accordo con il Comune di Milano e con la Provincia per la convocazione di un tavolo che esamini la questione della vendita di Alitalia, che «interessa fortissimamente anche gli aeroporti del nord. Ci auguriamo che il governo risponda tempestivamente a questa nostra sollecitazione, perché è evidente che dalla scelta dell'acquirente di Alitalia il modo con cui Malpensa sarà utilizzato, almeno nei primi anni, varierà molto».

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