Quel lungo apprendistato sotto Enrico Cuccia ha prodotto più di un lascito. Uno di questi è il vecchio motto che «le azioni si pesano e non si contano». Nella sua nuova avventura, infatti, il banchiere d'affari pesa assai più di quello che appare. Di suo, tramite la Gb holding, controlla il 5% del capitale e sugli 800 milioni di patrimonio la sua quota-parte è di 40 milioni. Ma le sue azioni valgono di più. Sono le uniche di classe B con speciali diritti e maggiori remunerazioni. Dei 19,7 milioni di utili prodotti da Banca Leonardo nel 2006, 3,95 sono di spettanza del solo amministratore delegato: il 20% dei profitti finisce a lui che ha il 5% del capitale della banca. Non solo. Lo statuto prevede tutta una serie di clausole sui diritti di possesso che fanno di Braggiotti il vero dominus della merchant bank, blindandolo da ogni cambiamento dell'azionariato che non sia di suo gradimento. E per far correre la banca e incentivare le prime linee il banchiere ha messo in campo un nutrito pacco di stock option: sono 19 milioni di azioni (di cui 12,6 milioni già assegnate), quasi l'8% dell'ntero capitale ordinario. L'orizzonte è il 2011 a un prezzo d'esercizio di 3,28 euro.