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Il piano di Bush per fermare la crisi dei mutui

di Marco Valsania

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7 dicembre 2007

George W. Bush ha annunciato il piano che dovrebbe salvare gli americani dalla crisi dei mutui e da epidemie di pignoramenti. Il presidente, parlando dalla Casa Bianca, ha promesso di aiutare «le famiglie americane a non perdere le loro case» e ha sollevato il sipario sul pilastro del progetto: un congelamento fino a cinque anni degli interessi da pagare sui debiti per centinaia di migliaia di famiglie in difficoltà. Gli aiuti, però, «sono per i proprietari di case in difficoltà, circa 1,2 milioni di famiglie, non per gli speculatori immobiliari» ha precisato Bush. È giunto anche il plauso del presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke: «È un passo nella giusta direzione».
Il piano, emerso da una concertazione tra il Tesoro e il settore privato, ha caratteristiche volontarie e non prevede il ricorso a fondi pubblici, per esorcizzare il sospetto di intrusioni dell'amministrazione nel mercato. D'altronde la posta in gioco dell'intesa raggiunta, mentre l'economia minaccia di scivolare in recessione, le piazze finanziarie sono scosse da tensioni e infuria la campagna elettorale, non potrebbe essere più elevata. Almeno mezzo milione e forse oltre due milioni di americani rischiano di perdere la casa se nel prossimo anno e mezzo i loro fragili mutui subprime, partiti con tassi introduttivi estremamente bassi, nel clima di stretta creditizia saliranno rapidamente, a volte fino al 12 per cento. Il valore dei mutui a rischio, in tutto, sarebbe di 367 miliardi di dollari. La Mortgage Bankers Association ha reso noto proprio ieri che le procedure di pignoramento, nel terzo trimestre, sono ormai lievitate al record dello 0,78% sul totale dei mutui e che i ritardi nei pagamenti superiori ai 30 giorni sono saliti al 5,59%, la soglia massima dal 1986. Gli Stati più colpiti tra l'altro sono cruciali per i destini dell'economia e della politica: California e Florida.
Wall Street ha reagito positivamente alla campagna concordata da Governo e settore privato per superare la crisi e alle attese di nuovi tagli dei tassi di interesse, la prossima settimana, per stimolare la crescita da parte della Federal Reserve. L'indice Dow Jones ha guadagnato l'1,3%, il Nasdaq l'1,6% e l'S&P500 500 l'1,5 per cento. La formula ideata da Bush per fare i conti con la sfida dei mutui rappresenta un compromesso: il congelamento dei tassi è destinato ad aiutare soprattutto i debitori meritevoli, quelli che finora sono riusciti a pagare le loro rate e che vivono nella casa di proprietà. Riguarderà, inoltre, solo i mutui concessi tra il gennaio 2005 e il luglio 2007 e i cui tassi sono destinati a salire tra il gennaio del 2008 e il luglio del 2010. La moratoria di cinque anni sugli interessi, infine, è superiore ai due anni chiesti da molte finanziarie, ma inferiore ai sette anni proposti dall'autorità di regolamentazione.
Il compromesso ha già sollevato dure polemiche sulla sua efficacia: il provvedimento è stata criticato dai leader democratici, a cominciare da candidati presidenziali quali Hillary Clinton e John Edwards, e dalle associazioni di consumatori, che lo definiscono inadeguato. La Casa Bianca ha calcolato che aiuterà oltre un milione di persone, ma stando ad altre stime l'intervento potrebbe essere limitato soltanto ai casi di circa duecentomila famiglie. Fuori resterebbero i mutui i cui tassi saliranno entro la fine di quest'anno e gli americani che sono fin d'ora in ritardo sui loro pagamenti. Per il Segretario al Tesoro Henry Paulson, tuttavia, l'intervento costituisce una svolta: in passato aveva sostenuto che la crisi dei mutui sarebbe stata risolta senza sponsorizzare piani nazionali. Una convinzione abbandonata nelle ultime settimane, quando il segretario è stato invece coinvolto in prima persona nei negoziati. Nei giorni scorsi Paulson ha anche indicato che le autorità potrebbero ricevere autorizzazione a emettere obbligazioni esentasse per programmi di rifinanziamento di mutui di famiglie in difficoltà.
Le polemiche sulle responsabilità nella crisi dei mutui non si fermano alla politica. Anche Wall Street è nel mirino: sono partite indagini sulle pratiche relative alla concessione di mutui e alla vendita a investitori di titoli loro legati. I riflettori sono puntati non solo su chi ha registrato forti perdite, come Merrill Lynch, ma anche su chi è uscito indenne dalla crisi, come Goldman Sachs: il New York Times ha rivelato ieri che Goldman, nonostante avesse ridotto la sua esposizione diretta ai subprime dalla fine del 2006, ha continuato a vendere miliardi di dollari di mutui-bond.

L'INTERVENTO
La Casa Bianca ha annunciato il varo di un provvedimento per soccorrere le famiglie colpite dalla crisi dei mutui. Negli Stati Uniti ritardi nel rimborso delle rate e pignoramenti sono arrivati ai livelli più alti da venti anni e ieri il presidente George W. Bush ha svelato il piano di salvataggio: congelamento, fino a cinque anni, degli interessi da pagare sui mutui. Il provvedimento interessa 1,2 milioni di proprietari e si applica solo ai prestiti-casa accesi tra gennaio 2005 e luglio 2007 e i cui tassi saliranno dal gennaio 2008 fino al luglio 2010.
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