Si preannunciano tempi più lunghi per la stabilizzazione dei tassi di interesse interbancari dopo le tensioni che la scorsa settimana hanno fatto lievitare i tassi Euribor oltre quota 4,8%, livelli che non si vedevano dal maggio 2001. Le quotazioni dei future sull'Euribor a 3 mesi, che riflettono le aspettative del mercato su questo tasso di interesse, sembrano infatti allontanare alla tarda primavera il ritorno alla normalità sul mercato interbancario: la scadenza marzo è infatti salita al 4,44% dal 4,33% di sette giorni fa e quella giugno al 4,25% dal 4,14%.
Decisivi i primi giorni del 2008
Per l'Euribor a un mese, invece, l'anomalia potrebbe anche riassorbirsi più rapidamente, a patto che dai bilanci delle banche non giungano nuove sorprese negative. «Sarà interessante – osserva a questo proposito Stefano Pignatelli, responsabile ufficio studi di Aritma I.F. - capire cosa avverrà nei primi giorni del 2008, quando l'enorme distanza tra il brevissimo (P/T e overnight) e il tasso a 1 mese non sarà più giustificata dallo scavalcamento tecnico del 31 dicembre. Ci saranno probabilmente nuove tensioni sui tassi a brevissimo, con conseguente discrasia con i tassi ufficiali (4%) e complicazioni sulle scelte di rifinanziamento al sistema bancario da parte della Bce. In ogni caso pare molto difficile attendersi da oggi in avanti ulteriori increspature della scaletta Euribor 1-12 mesi rispetto ai livelli coerenti».
La situazione
L'inusuale tensione dei giorni scorsi è dovuta a un effetto tecnico: l'avvicinarsi della scadenza di fine anno ha spinto l'Euribor a un mese (base 360) dal 4,19% al 4,83%. Il parametro si è così allineato a quelli delle scadenze successive (3, 6 mesi), che già stazionavano da alcune settimane sopra valori coerenti con il 4% del tasso ufficiale della Bce a causa della scarsa fiducia che si respira fra le banche dopo la crisi subprime Usa. Rispetto a una settimana fa sono cresciuti, pur in maniera meno marcata, i tassi Euribor 3 mesi (da 4,71% a 4,84%) e 6 mesi (da 4,69% a 4,78%). Per i tre Euribor più frequentemente utilizzati come parametro di indicizzazione nei mutui a tasso variabile, il mese di novembre si è chiuso con valori medi rispettivamente del 4,22%, 4,64% e 4,63%. La fase di tensione ha influenzato anche i tassi Irs (parametro al quale vengono legati i mutui a tasso fisso), che a partire dalla scadenza 15 anni in poi sono cresciuti tra lo 0,13-0,15%.
Le cause
L'impennata dell'Euribor 1 mese, salito dal 4,17% al 4,81% nella sola giornata di giovedì, non è passata certo inosservata, anche perché per assistere a un movimento di tale portata si deve risalire al 1995. Ma quali sono i motivi tecnici alla base dell'impennata? «Le Banche che prestano il denaro interbancario – spiega Pignatelli - sono disponibili ad accettare una remunerazione inferiore se il prestito rientra loro entro il 31 dicembre. Il 28 novembre si lavorava con valuta 30 novembre e quindi la scadenza mensile cadeva entro il 31 dicembre, invece il giorno successivo si lavorava con valuta 3 dicembre e quindi la scadenza mensile cadeva il 3 gennaio 2008, scavalcando quindi la chiusura dell'esercizio. Fintanto che la scadenza dell'Euribor a 1 mese rientrava entro il 31 dicembre, esso si manteneva basso e tendente più verso l'overnight e il brevissimo termine. Scavalcando invece l'anno, l'Euribor a 1 mese non era più appetibile per i datori di fondi che così hanno "richiesto" un adeguamento di remunerazione in linea con le scadenze successive, dai 2 mesi in poi». Il fenomeno, in realtà, avviene ogni fine anno: nel 2007, però, è stato più eclatante proprio per la situazione anomala che si è creata sui tassi interbancari, che stazionano 70/80 punti base al di sopra del P/t della Bce.