Dalle parole ai fatti: UniCredit ha dichiarato la disponibilità a cedere il 2,05% di Rcs ereditato dalla fusione con Capitalia. Alla riunione dei grandi soci della casa che edita il Corriere della Sera nessun rappresentante della banca di Piazza Cordusio ha partecipato, ma al presidente del patto, Giampiero Pesenti, è arrivata la lettera firmata dall'a.d. Alessandro Profumo che comunica la volontà di dismettere la partecipazione. Chiedendo, ai sensi dell'articolo 8 dell'accordo, che venga avviata la procedura «per l'esercizio del diritto di rilievo, da parte degli altri partecipanti al patto, sulle azioni poste in vendita», come poi comunicato dal patto.
Nella riunione di ieri, durata un paio d'ore, non si sarebbe ancora entrati nel merito della ripartizione della quota che, secondo gli accordi, verrà offerta ai soci sindacati proporzionalmente al peso di ciascuno nell'accordo. Se vi saranno soci che non intendono aderire, la loro quota proporzionale verrà offerta internamente al patto, per essere ceduta sul mercato solo se non dovesse esserci interesse a sottoscriverla.
«Penso lo faranno tutti», ha osservato Giuseppe Lucchini, rappresentante di Sinpar nel patto di Rcs. Il ricollocamento della quota UniCredit richiederà comunque, come normale, tempo. Non tanto quanto l'uscita di Gemina dall'accordo, maturata nell'arco di due anni: ma lì l'annuncio della volontà di vendere era arrivato quando il titolo viaggiava intorno ai 6 euro, spinto dai rastrellamenti di Stefano Ricucci. Oggi, nonostante il flottante sia stato prosciugato per il collocamento del pacchetto di Magiste presso investitori stabili e per i successivi acquisti sul mercato di Giuseppe Rotelli, il titolo della casa editrice è attestato a ben altri livelli, più coerenti con i multipli del settore: ieri Rcs ha chiuso la seduta in Borsa a 3,1 euro.
Per la distribuzione effettiva del pacchetto Gemina alla fine si è arrivati allo scorso mese di luglio. Dei 14 grandi soci solo sette avevano esercitato il diritto di prelazione: Italmobiliare, FonSai, Della Valle, Pirelli, Lucchini, Merloni e la stessa Capitalia. In questo caso invece si andrà probabilmente all'inizio dell'anno prossimo: formalmente i soci attendono l'offerta con l'indicazione del prezzo da parte del venditore.
A prescindere dall'offerta proporzionale delle azioni UniCredit, l'unico socio del sindacato che ha ancora facoltà di aumentare la propria quota nel patto è Intesa-Sanpaolo, che può salire dal 4,768% al 5,05%. Analoga facoltà era stata concessa nel 2004 anche a Pirelli e Dorint (Della Valle), entrambe però già salite al 5,05 per cento.
All'incontro del patto, nel quale per la prima volta Cesare Geronzi è intervenuto in rappresentanza di Mediobanca, non era presente il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa-Sanpaolo Giovanni Bazoli che, infortunato, ha delegato a partecipare anche per conto di Mittel l'amministratore delegato Corrado Passera. Non sono stati visti all'ingresso né il presidente di Edison, Giuliano Zuccoli, né il presidente Fiat, Luca Cordero di Montezemolo.
A seguire il cda di Rcs che, come anche il patto, ha esaminato il budget del gruppo editoriale. Al consiglio, presieduto da Piergaetano Marchetti, ha partecipato anche il vice-presidente Gabriele Galateri recentemente approdato da Mediobanca al vertice di Telecom. Il suo incarico, come era già stato precisato, non è stato messo in discussione. «Come vedete, sono sempre qui», ha scherzato Galateri che comunque avrebbe verbalmente messo a disposizione del consiglio il suo mandato.