Domenica scoppiettante per il mercato dei videogame. È di ieri infatti l'annuncio ufficiale della fusione fra la divisione Games della Vivendi e la californiana Activision, l'editore di best seller come "Guitar Hero", "Call of Dyty" e "Spider-Man" per le piattaforme Sony PlayStation 3 e Nintendo Wii. Sul piatto la multinazionale francese – la cui attività spazia dai media alla discografia con Universal Music Group fino alle telecomunicazioni con l'operatore mobile Sfr, per un valore globale di mercato di 36,5 miliardi di euro - mette 9,8 miliardi di dollari e avrà il 52% del pacchetto azionario della società che nascerà dalla fusione fra le due compagnie, la Activision Blizzard. Nasce, in parole povere, la più grande società indipendente nel campo dei videogiochi per consolle e on line ("World of Warcraft", gioco multiutente della Vivendi ha qualcosa come nove milioni di giocatori registrati nel mondo) e gli analisti hanno subito reagito all'annuncio sottolineando come la Electronic Arts, attuale dominatrice incontrastata di questo settore, abbia da oggi un reale (e assai dotato) concorrente.
Una società da 19 miliardi di dollari di capitalizzazione
L'importanza dell'operazione è testimoniata da vari fattori, vedi per esempio il valore pagato dalla Vivendi per ogni azione Actitivion, 27,5 dollari, che equivale a un "premium" del 24% rispetto alla quotazione del titolo della società di Santa Monica alla chiusura del Nasdaq di venerdi. Alla Borsa tecnologica di New York, hanno fatto sapere i portavoce, la nuova società sarà piazzata con il simbolo Atvi ed è importante sottolineare come l'operazione arrivi a coronamento di una corsa in avanti più che rapida della società: i ricavi dell'esercizio 2007 sono saliti a 1,5 miliardi di dollari, il 74% in più del consolidato del 2003 e il valore in Borsa è schizzato solo quest'anno del 28% per arrivare a 22,15 dollari (rispetto ai 3,68 dollari del marzo di quattro anni fa).
La fusione, che dovrebbe essere completata entro la prima metà del 2008, prenderà tecnicamente corpo con la conversione delle azioni della Vivendi Games in 295 milioni di nuove azioni Activision (per un controvalore di 8,1 miliardi di dollari) e l'acquisto in contanti (per 1,7 miliardi di dollari) da parte della società francese di ulteriori 62,9 milioni di azioni della casa californiana. Activision Blizzard si presenterà quindi al mercato azionario con una dote di 18,9 miliardi di dollari (contro i 17,7 miliardi della Electronic Arts) e Vivendi, stando a quanto già trapelato ufficialmente, salirà al 68% del capitale della nuova società appena terminata l'operazione. Di assoluto rilievo, inoltre, è il volume d'affari pro-forma combinato delle due compagnie calcolato alla fine dell'anno solare 2007: 3,8 miliardi di dollari, rispetto ai circa 3,1 miliardi che può esibire a bilancio la Electronic Arts. Fissati, da subito, anche gli obiettivi di utile operativo della nuova società, che si stima possano toccare quota 1,1 miliardi di dollari (1,2 dollari per azione) alla fine del 2009. Obiettivi che vedranno impegnati in prima istanza Robert A. Kotick – l'attuale Ceo di Activision, che ricoprirà lo stesso ruolo in Activision Blizzard – e Bruce Hack, che da Ceo di Vivendi Games assumerà la carica di Vice Presidente e Chief corporate officer della nuova compagnia per guidare un processo di integrazione che no dovrebbe avere limitate ripercussioni sulla forza lavoro (si parla già di nuove assunzioni a partire dal 2013). E i due executive, alla stampa americana, non hanno fatto certo mistero del fatto che i colloqui che hanno portato all'annuncio di ieri sono iniziati oltre un anno fa.
Due giganti per un mercato in forte e costante crescita
L'azione di forza di Vivendi, che dalle attività nei videogame ha ricavato solo il 4,5% delle entrate dei primi nove mesi dell'anno (e utili lordi per 41 milioni di euro), è a detta di tutti una vera e propria dichiarazione di guerra alla Electronic Arts. In gioco c'è il predominio in un mercato, quello dei videogame, che cresce in media del 9% all'anno - rispetto al 6,4% dell'industria dell'entertainment nel suo complesso - e arriverà a sfiorare (stando alle stime rese note in estate dalla PricewaterhouseCoopers) i 49 miliardi di dollari nel 2011. Certo che la sfida fra i due giganti condizionerà in toto l'evoluzione del business mondiale dei videogiochi sono già in molti a chiedersi se (e come) Activision Blizzard replicherà o meno il modello commerciale – basato sui giochi distribuiti in franchising - della rivale. Electronic Arts ha dalla sua un portafoglio di titoli più che eccellente (24 di questi, come Fifa 2007, hanno venduto oltre un milione di copie nell'esercizio fiscale 2007), dovuto anche ad acquisizioni mirate di vari produttori di titoli, e investimenti cospicui nelle piattaforme ludiche di nuova generazione (mobile in testa) che potrebbero anche costituire un gap difficilmente colmabile per Vivendi. Marchio e presenza consolidata sul mercato (Electronic Arts) contro una maggiore potenza di fuoco economica e di prodotto (Vivendi): così si potrebbe sintetizzare lo scontro a cui assisteremo nei prossimi mesi, con le novità in rampa di lancio delle varie Sony, Microsoft e Nintendo a fare da perfetto sottofondo. Con una chiave di lettura aggiuntiva. L'obiettivo dichiarato della Activision Blizzard è infatti quello di distanziare da subito la rivale nel segmento dei giochi on line non solo in Nord America e in Europa ma anche in Asia, cavalcando la domanda in forte crescita di Paesi come Cina e Corea. Sfruttando in primo luogo la forza del proprio catalogo di giochi on line e anche tutte le sinergie possibili con i contenuti targati Universal.