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Banche in coro: «Nessun rischio per le aziende»

di Morya Longo

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2 GENNAIO 2008

Nessuna rivoluzione. Nessun "giorno del giudizio". Nonostante i timori che si trascinano da anni nel mondo delle imprese, dalle banche italiane arriva l'ennesimo messaggio rassicurante: l'ingresso nell'era di Basilea 2 non causerà drastici sconvolgimenti nel rapporto tra le banche e le aziende. Per tanti motivi. «Perché i cambiamenti introdotti da Basilea 2 sono già in atto da anni», sostiene Bruno Sbrocco, responsabile della clientela corporate di Bnl. «Perché il rapporto commerciale e personale tra le banche e le aziende continuerà a prevalere », aggiunge Luciano Gornati, direttore generale di Iccrea Banca. «Perché il cambiamento sarà graduale e dipenderà dalle politiche commerciali e dalla propensione al rischio di ogni singola banca», sottolinea Marco Massacesi, responsabile della direzione governo patrimonio del Monte dei Paschi. E perché –si potrebbe aggiungere – anche i big del credito partiranno in modo "soft".
Questo messaggio rassicurante che arriva dalle banche non è di poco conto. Il mondo imprenditoriale da anni è preoccupato per l'entrata in vigore (che sembrava sempre lontanissima ma che ora è arrivata) degli accordi di Basilea 2 sui requisiti patrimoniali. Il motivo è semplice: la nuova normativa impone alle banche di accantonare capitale in base alla rischiosità delle imprese a cui prestano i soldi, per cui in tanti temono che i rubinetti del credito possano chiudersi per le aziende che si trovano in difficoltà. Insomma: tanti temono che le imprese in difficoltà, e dunque più rischiose, potrebbero essere penalizzate dal mondo bancario proprio nel momento in cui avrebbero bisogno di aiuto. Non solo. Dato che il sistema industriale italiano è fatto di tante piccole aziende, che solitamente non possono vantare rating elevati, in tanti temono che alla fine Basilea 2 si trasformi in un boomerang. Motivo: le piccole imprese potrebbero avere rating bassi e dunque essere penalizzate per il solo fatto di essere piccole.
Ma dalle banche arriva un messaggio rassicurante. «Quando assegniamo il rating a un'impresa di piccole dimensioni – spiega Sbrocco della Bnl – teniamo conto della sua specificità. I fattori di fragilità delle piccole società sono controbilanciati da altre variabili, che noi valutiamo a differenza delle grandi agenzie di rating. La rischiosità media delle imprese italiane è molto bassa: e questo nei nostri rating è tenuto in considerazione». Morale: «I timori che ancora ci sono, saranno presto fugati – sostiene Sbrocco –, perché Basilea 2 non porterà effetti negativi sulle imprese». Di parere analogo è Gornati di Iccrea. A suo avviso sulla politica del credito "asettica" di Basilea 2 prevarrà la vocazione commerciale delle banche: per avere nuovi clienti e per non perdere quelli esistenti, le banche tenderanno comunque ad applicare tassi d'interesse competitivi. «Il rapporto commerciale e interpersonale tra banca e imprenditore a mio avviso continuerà a prevalere », sostiene Gornati. Marco Massacesi, del Montepaschi, sostiene però che Basilea 2 avrà effetti diversi a seconda dei casi. «A mio avviso due sono le variabili che influenzeranno l'erogazione del credito di ogni singola banca – osserva –. La prima è il free capital: gli istituti con maggiore disponibilità di capitale potranno effettuare politiche commerciali più aggressive. La seconda variabile è legata alla propensione al rischio di ogni banca. Il rating infatti è solo uno strumento che indica quanto un'impresa è rischiosa. Ma una volta accertato il rischio, ogni banca può decidere quanto credito erogare. Insomma, anche nell'era di Basilea 2 sarà il libero arbitrio e la politica di ogni singolo istituto ad essere determinante».
C'è poi un'altra accusa che viene sempre mossa agli accordi di Basilea 2: la cosiddetta prociclicità. Tanti temono che quando l'economia rallenta e le imprese entrano in una situazione di stress finanziario, le banche sono incentivate a ridurre il credito; questo, dunque, aumenta lo stress delle aziende e contribuisce a rallentare l'economia. «Qualche rischio c'è – ammette Massacesi –, ma quello della prociclicità è uno dei punti su cui la Vigilanza ha più insistito con le banche. La Banca d'Italia ha fatto in modo che le banche italiane adottassero modelli che evitassero questo inconveniente, e credo che i modelli attualmente in lavorazione siano in grado di garantire la stabilità». Esclude ogni rischio Sbrocco di Bnl: «Non credo che Basilea 2 possa costituire un effetto leva per aggravare le crisi economiche». Ora non resta che osservare i fatti.

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