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Mondini (Nokia): «I device convergenti? Presto un mercato di massa»

di Gianni Rusconi

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24 gennaio 2008

La trimestrale del quarto trimestre 2007 parla chiaro: Nokia si conferma più che mai in sella al mercato dei cellulari e lo fa mostrando i muscoli, sottoforma di ricavi e soprattutto utili in forte crescita. Per l'azienda finlandese il 2007 si è chiuso quindi oltre le aspettative e ora la prima sfida da vincere è quella di ribadire tali risultati anche nell'anno appena iniziato, quello di una scommessa a tutto campo (musica, pubblicità, contenuti) che si chiama "servizi on line". Il core business di Nokia rimarrano sempre e comunque i telefonini e lo ha confermato al Sole24ore.com anche Alessandro Mondini, amministratore delegato di Nokia Italia, con una riflessione molto esplicita: «il cellulare è il bene durevole più diffuso al mondo e Nokia è l'azienda che può vantare il maggior numero di clienti, anche grazie alla forte presenza in mercati emergenti quali India, Cina e Brasile».

Mondini, il futuro di un produttore come Nokia e del mercato mobile in generale si chiama convergenza?
È un processo lungo e faticoso, ma che sta accelerando ed è inarrestabile. Per Nokia convergenza tecnologica è sinonimo di dispositivi in cui convergono funzioni, dalla camera digitale al computer, da Internet al cellulare fino al Gps, fino a poco tempo fa prerogativa di prodotti stand alone. I prodotti convergenti sono una realtà e gli effetti sono evidenti, basti pensare all'erosione avvenuta in mercati a volume come quello delle macchine fotografiche digitali, che alcuni vendor di conseguenza hanno abbandonato.

Convergenza significa anche una nuova disponibilità di servizi digitali…
L'evoluzione del Web in ambito mobile è sotto gli occhi di tutti: le comunità e i servizi multimediali riconducibili al cellulare sono un fenomeno in forte crescita. Nokia vuole cavalcarlo con dispositivi dalle illimitate funzionalità da cui fruire in modo integrato servizi di entertainment, applicazioni di business, soluzioni di cartografia digitale e altro ancora. Il cellulare, in tal senso, assume i connotati di quarto schermo, dopo il cinema, la Tv e il personal computer.

Quanto è importante l'acquisizione di Navteq nel "nuovo corso" di Nokia?
L'abbiamo pagata 50 volte il valore dei suoi utili e questa dà l'idea di quanto sia per noi un asset strategico, che ci permetterà di liberare e contestualizzare Internet in chiave mobile servendo agli utenti, in formato digitale, un'informazione fondamentale che è la posizione geografica.

Lo spettro dei vostri concorrenti si allarga di conseguenza sempre di più
Nokia compete con i produttori di telefoni ma non solo, è evidente. Nei Gps ci sono le TomTom del caso ma è anche vero che possiamo condizionare da parte nostra il prezzo di mercato dei moduli Gps. Sulle piattaforme ci confrontiamo con la push e-mail di Rim e i suoi BlackBerry ma abbiamo dalla nostra una soluzione all'avanguardia, nei sistemi operativi il concorrente numero uno è Windows Mobile.

Assisteremo mai al lancio di uno smartphone Nokia con Windows Mobile, così come è successo con i Treo di Palm?
No, non credo proprio. Semmai potremo vedere un telefono Symbian in grado di poter supportare contemporaneamente anche Windows Mobile o Linux, nell'ambito di una filosofia di piattaforma votata agli standard aperti, di cui Ovi è la massima espressione in quanto ambiente in cui ognuno può entrare per sviluppare servizi e applicazioni.

Parlare di piattaforme open chiama in causa Google Android…
Google è un'azienda importante, un fiero concorrente di Nokia nei servizi Web in mobilità e la loro entrata nei cellulari con Android la vediamo come un buon segno per il mercato. Con loro stiamo dialogando, fermo restando che siamo convinti della strada che stiamo percorrendo.

Nokia è leader di mercato anche grazie, se non soprattutto, ai cellulari "low cost": rimarranno una voce strategica del vostro business?
Sicuramente. Il nostro catalogo continuerà ad arricchirsi di telefonini "basic", con un certo livello di qualità, per servire una determinata fascia di utenza. Ma mi ripeto: quello dei terminali convergenti, che oggi copre circa il 20/30% della domanda dei mercati evoluti, diventerà un mercato di massa in tempi più rapidi di quelli che ci possa aspettare. Perché i prezzi al consumo sono destinati a scendere e perché sono gli utenti, su scala globale, che chiedono questa tipologia di dispositivi.

Il mercato italiano come sta rispondendo alla sollecitazione dei cellulari "convergenti"?
La nostra serie N multimedia ha nell'Italia uno dei suoi bacini di utenza a maggior volume e il prezzo, superiore ai 400 euro, non ha costituito un ostacolo. Ma il dato più importante è anche un altro: una larga fetta di utenti utilizza questi dispositivi non solo per telefonare ma anche per navigare in Internet, ascoltare musica, scambiarsi foto e altro ancora.

Non c'è il rischio, per i consumatori, di trovarsi di fronte a un'eccessiva offerta di dispositivi? Un Internet tablet non è il surrogato di uno smartphone, o viceversa?
Che vi sia un'iper segmentazione sul mercato dei mobile device è fuor di dubbio, così come avviene nel mercato dell'automobile. Nei cellulari, però, questo processo di estrema diversificazione dell'offerta si è compiuto in soli 10 anni e sarà sempre più accentuato. E Nokia è uno dei maggiori interpreti di questa tendenza: nel 2007 abbiamo lanciato oltre 50 nuovi modelli, da quello a basso costo a quello top di gamma di categoria fashion, da 40 a 1.000 euro di prezzo di listino.

In questo scenario come si colloca un prodotto come l'iPhone di Apple? Segna una nuova era nel campo dei terminali touchscreen?
È un'icona hi-tech, non c'è dubbio, con design e funzionalità da ammirare. Ma è anche un terminale dai contenuti tecnologici limitati sotto alcuni aspetti, come connettività 3G e camera digitale integrata. Quanto alle interfacce touch, ne presenteremo di vari nuovi modelli nel corso del 2008, senza alcuna preclusione relativamente al "form factor" e totalmente aperti per quanto riguarda i servizi. Fra il nostro Comes with Music e iTunes, in quest'ottica, c'è una bella differenza.
Chiusura d'obbligo: il vostro Ceo afferma che Nokia continuerà a crescere, in volumi e in market share. Il suo commento.
Non abbiamo un obiettivo prefissato, la società vuole crescere a tutti i livelli, fronte terminali e fronte servizi. E alle spalle abbiamo gli asset adeguati: un'organizzazione interna completamente rivista negli ultimi dodici mesi, un sistema logistico che ci permette di portare ogni nuovo modello in 300mila punti vendita nel mondo e un marchio per cui spendiamo oltre tre miliardi di euro all'anno per valorizzarlo

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