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Ora scatta anche in Italia la gara tra le agenzie di rating

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2 GENNAIO 2008

La prima agenzia di rating italiana riconosciuta dalla Banca d'Italia ai fini del calcolo dei coefficienti patrimoniali prudenziali delle banche, in base al nuovo accordo di Basilea 2, aprirà i battenti proprio quest'anno.
Un numero ristretto ma non trascurabile di nuove società italiane specializzate nell'analisi e nella valutazione del merito di credito delle imprese, e dunque del cosiddetto "rating", ha contattato la Banca d'Italia nel corso del 2007 per ottenere informazioni sui requisiti necessari per divenire ECAI (External Credit Assessment Institution agenzia esterna di valutazione del merito di credito). Nessuna richiesta formale di autorizzazione è stata avanzata per ora, ma per gli addetti ai lavori è solo questione di tempo, di mesi. Nel 2008 anche l'Italia potrà piantare la bandiera del "madein Italy" nel competitivo mondo dei rating: con società possedute dalle banche e non.

Il riconoscimento di via Nazionale di operatore ECAI è stato rilasciato finora solamente a Moody's e Fitch. Il disco verde per Standard&Poor's è dato per scontato entro le prime settimane nell'anno: la pratica relativa alla documentazione di S&P's, consegnata a Palazzo Koch con un qualche ritardo rispetto a Moody e Fitch, sta seguendo il lungo iter riservato a questo nuovo tipo di autorizzazione. La Banca d'Italia, che deve confrontarsi quest'anno per la prima volta con una nuova categoria di vigilanza collegata alle metodologie di rating, impiega da un minimo di 90 giorni a un massimo di 180 giorni dal momento della presentazione dell'istanza per l'ECAI.
La domanda presso Bankitalia della canadese Dbrs (già riconosciuta ECAI da numerose banche centrali europee compresa la Bce) si è inceppata in mancanza di una banca sponsor italiana.
Basilea 2 è giudicata un'occasione imperdibile per la consulenza non bancaria finalizzata ai rating: già da qualche anno è in forte crescita il numero delle società indipendenti (spesso fondate da ex-dirigenti bancari) che offrono alle imprese servizi sempre più sofisticati di valutazione degli strumenti derivati e dello standing creditizio. Dopo la consulenza, il passo più ambizioso per questi nuovi specialisti è quello della ECAI: poter assegnare rating esterni utilizzati dalle banche per calcolare i nuovi requisiti patrimoniali prudenziali. L'obiettivo è quello di ridimensionare la supremazia quasi incontrastata delle solite tre grandi agenzie mondiali (Moody, S&P e Fitch) finite sotto i riflettori nel 2007 per le loro valutazioni sulle cartolarizzazioni e sulle obbligazioni strutturate con mutui americani ad alto rischio subprime. L'Italia ha già visto nascere e morire un'agenzia di rating italiana. Nel maggio del 1995 iniziò a operare Italrating, su iniziativa di Mediocredito centra-le, Nomisma, Databank, Unioncamere, Consiglio dell'ordine dei dottori commercialisti e poi ancora Duff&Phelps ed Editrice Il Sole 24 Ore spa: questa agenzia voleva assegnare «voti autorevoli e indipendenti » alle Pmi dotandole di un rating che ancora non avevano. L'iniziativa fallì e Italrating fu inglobata dalla Fitch, seguendo il destino di tante altre agenzie locali. Basilea 2 riaccende però i motori della concorrenza nel mondo del rating: e l'Italia è pronta a rientrare in gioco.

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