Il petrolio a New York e' tornato a sfondare la quota dei 100 dollari al barile. Dopo i forti cali registrati nelle ultime settimane, oggi il contratto sul light sweet crude consegna marzo ha ripreso a correre, arrivando a un massimo di 100,10 dollari al barile, a un soffio dal record storico toccato il 3 gennaio scorso (100,12). A spingere le quotazioni è il timore di tagli alla produzione da parte dell'Opec e dopo un incidente a un impianto in Texas. Già in apertura degli scambi sul Nymex, la Borsa merci di New York, i futures in prima consegna hanno messo a segno un balzo da ben tre dollari, con il barile di West Texas Intermediate (Wti) a quota 98,50. Sulla piazza internazionale di Londra il barile di Brent, il greggio del Mare del Nord, aumenta di due dollari e mezzo a quota 97,30. Sul mercato circolano ipotesi che il cartello dei produttori possa ridurre l'offerta a ridosso del secondo trimestre, quando la domanda globale registra aumenti legati alla necessità di accumulare scorte di combustbili da autotrazione per tutta la stagione estiva. Timori che ieri sono stati esacerbati dall'esplosione di un impianto di raffinazione della Alon in Texas, a Big Spring, capace di trattare 70mila barili al giorno.Apertura in deciso rialzo per il prezzo del greggio sulla piazza di New York. Dietro al rialzo anche la corsa di molti trader che avevano scommesso sul ribasso del greggio a coprire le proprie posizioni.