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Autogrill, un miliardo dalle banche

di Marigia Mangano

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12 febbraio 2008

Un miliardo di euro. Tanto valgono, insieme, il 50% della spagnola Aldeasa e l'inglese World Duty Free. Due dossier che Autogrill, come anticipato dal Sole 24 Ore del 10 febbraio, è intenzionata a chiudere in tempi stretti. E che, se perfezionati, garantiranno al gruppo che fa capo alla famiglia Benetton di diventare il numero uno al mondo nei duty free e nel retail. Da qui la scelta di predisporre tutto, nei minimi dettagli, in vista del doppio appuntamento. Partendo dalle munizioni: secondo indiscrezioni è in via di definizione un finanziamento di un miliardo di euro organizzato da Royal Bank of Scotland, Bnp Paribas, Intesa Sanpoalo e UniCredit. La linea, si apprende, è strutturata in due tranche, una di 400 milioni e l'altra di 600 milioni. E si configura come la prima importante operazione corporate sul mercato italiano nel 2008.

Il prestito sindacato prevede una prima tranche intorno ai 400 milioni che dovrebbe essere destinata all'acquisizione del 50% del gruppo Aldeasa. Una partita, quella spagnola, ormai alle battute finali dato che Autogrill ha già il 50% e ora ha la facoltà di liquidare il socio Altadis (dopo che è stato scalato da Imperial Tobacco). A riguardo, di recente il cda di Autogrill ha dato mandato all'amministratore delegato Gian Mario Tondato di formulare un'offerta. I colloqui sarebbero ora in pieno svolgimento, tanto che alcune fonti indicano tempi stretti per la chiusura. Proprio la variabile prezzo, nel caso Aldeasa, è legata a doppio filo all'entità della tranche: è stabilito, infatti, che Autogrill possa modificare, a seconda delle necessità, come sarà diviso l'importo che sarà erogato dagli istituti (per esempio, portare la prima tranche a 350 milioni e l'altra a 650 milioni).

La seconda parte del finanziamento sarà invece utilizzata per l'inglese World Duty Free. La società e stata messa in vendita da Baa, azienda che gestisce gli scali inglesi e che oggi è controllata dalla spagnola Ferrovial. La procedura scelta per la cessione è quella della gara che attualmente vedrebbe cinque pretendenti: il gruppo Autogrill, Nuance (famiglia Stefanel), Dufry, Aelia (che fa capo ai francesi di Lagardère) più un fondo di private equity. Il 25 febbraio saranno presentate le offerte vincolanti e il gruppo guidato da Tondato sembra intenzionato ad andare fino in fondo.

World Duty Free, del resto, è un target interessante quanto a posizionamento sul mercato. Il gruppo inglese può contare sul 2,5% del mercato mondiale dei duty free, mentre i tre operatori in gara – Autogrill, Nuance e Dufry – partono da una quota di mercato del 5% a testa. Conquistare la società inglese significa così conquistare automaticamente la leadership mondiale. Ce n'è abbastanza, dunque, per spingere il gruppo dei Benetton a giocare tutte le cartucce a disposizione in questa partita. «Senza strapagare» però, mettono in chiaro negli ambienti vicini al gruppo. A riguardo la banca d'affari Jp Morgan fissa un paletto in termini di prezzo: World duty free, a suo avviso, vale 610 milioni di euro, più o meno quanto «prenotato» da Autogrill presso gli istituti di credito.

Al di là del capitolo acquisizioni in senso stretto, il maxi finanziamento in questione ha anche un altro significato. Perché rappresenta la prima importante operazione corporate del 2008 curata, non a caso, da due banche estere come Royal Bank of Scotland e Bnp Paribas che sul mercato europeo dei prestiti sindacati si sono posizionati nel 2007 come primo e secondo istituto. Un segnale importante, dunque, in un momento in cui l'accesso al credito è sempre più selettivo e non "scontato" come qualche mese fa.

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