Tra queste ci sono: la netta separazione delle responsabilità nei fondi, la pubblicità degli obiettivi strategici, degli investimenti effettuati e del sistema di regolazione nazionale. La proposta sarà varata mercoledì 27 febbraio dalla Commissione
BRUXELLES - Sono undici i principi sui quali la Commissione europea ritiene che debba essere "confezionato" un codice di condotta globale perchè i fondi sovrani garantiscano trasparenza e corretta gestione. Tra questi, secondo quanto «Il Sole 24 Ore Radiocor» è in grado di riportare, la netta separazione delle responsabilità nei fondi, la pubblicità degli obiettivi strategici, degli investimenti effettuati specie le quote dimaggioranza, del sistema di regolazione nazionale. La proposta sarà varata mercoledì 27 febbraio a Bruxelles.
Secondo laCommissione europea chiarezza sulla struttura interna dei fondi sovrani e trasparenza sulla gestione degli asset finanziari sono due precondizioni per una 'buona governancè con l'obiettivo di evitare interferenze politiche da parte degli Stati (proprietari dei fondi sovrani), chiusure neoprotezioniste nei paesi europei, dare certezza agli stessi fondi sovrani sulle regole da rispettare. L'idea di Bruxelles, è di utilizzare i principi definiti per la gestione delle riserve valutarie (Fmi) e quelli per la 'corporate governancè per le società pubbliche (Ocse). Eccoli: separazione chiara e netta delle divisione e della separazione della responsabilità nella gestione dei fondi; pubblicità delle scelte di investimento, dei principi su cui si fondano le relazioni con il governo e della "governance" interna, delle politiche di gestione del rischio; autonomia operativa per fronteggiare il rischio di interferenze politiche; ogni anno deve essere garantita una informazione chiara sugli investimenti effettuati in particolar modo quelli relativi alle posizioni di maggioranza acquisite e così per il ricorso alla leva finanziaria e la composizione delle valute, la dimensione e la provenienza delle risorse finanziarie; trasparenza sull'esercizio dei diritti proprietari; pubblicità delle regole di gestione e vigilanza praticate nel Paese di origine del fondo.
La Commissione europea, come ha ribadito il presidente Barroso, non ritiene necessario adesso formulare proposte legislative in attesa di conoscere l'esito del negoziato in corso tra Fmi, Ocse e fondi sovrani per definire un codice di condotta universalmente valido. Gli 'undici principì rappresentano il contributo europeo alla discussione in corso. In ogni caso, Bruxelles definisce una data: entro la fine dell'anno occorre un risultato in assenza del quale la Commissione avanzerebbe una proposta legislativa. Nella comunicazione comunitaria si preciserà come i fondi sovrani «già oggi non operino in un vuoto legale», né per quanto riguarda le regole europee, né per quanto riguarda le regole nazionali. Gli investimenti dei fondi sovrani, infatti, vengono considerati come tutti gli altri investimenti di entità non europee e obbligati a rispettare una serie di regole comprese quelle stabilite in sede Ocse e Wto. Tali regole, poi, offrono già margini "difensivi" poichè la libertà di movimento dei capitali non è mai considerata «assoluta». Infatti può essere «ristretta» per ragioni prudenziali in relazione alla stabilità finanziaria, di sicurezza pubblica (nazionale) e salvaguardare il pluralismo dei media. Sono questi gli «interessi legittimi» che possono essere difesi contro un'acquisizione di partecipazioni purchè tale difesa sia proporzionato all'obiettivo e non discriminatoria.
Bruxelles esclude fin d'ora l'eventualità di erigere barriere difensive a colpi di «golden share» o creando un comitato europeo per gli investimenti finanziari (un selezionatore europeo sul modello americano) sia perchè invierebbe ai fondi sovrani un segnale di ritirata dalla pratica di un mercato aperto sia perchè le ritiene non compatibili con le attuali norme europee. Come è noto in questo periodo di crisi dei mercati la finanza europea ha estremo bisogno dei fondi sovrani vista la necessità di ricapitalizzazione di grandi istituzioni bancarie e finanziarie.
Se, però, l'Unione europea non vuole correre il rischio che questi ricchi investitori «volino via» sotto una forte pressione protezionistica (inevitabile senza un «approccio comune europeo»), i fondi sovrani, sostiene la Commissione, hanno tutto l'interesse a scegliere la via «cooperativa» con le autorità europee e delle altre aree economiche del mondo fondando le scelte di investimento su obiettivi «strettamente economici definiti attraverso un sistema chiaro di regole e procedure», dimostrando di non essere condizionati da «interessi politici dei loro proprietari» e che non vogliono ottenere surrettiziamente informazioni tecnologiche a fini strategici nazionali. (Radiocor)