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Motorola ci ripensa: i cellulari sono strategici. Ma c'è l'ipotesi Nortel

di Gianni Rusconi

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12 FEBBRAIO 2008

«Motorola è del tutto focalizzata sul business dei dispositivi mobili e io sono del tutto focalizzato sui dispositivi mobili»: il gioco di parole proferito ieri a Barcellona dal Ceo Greg Brown fa pensare a un improvviso cambio di rotta della società americana circa il destino della propria divisione impegnata nel mercato dei cellulari. Cancellate quindi con un solo colpo di spugna le indiscrezioni, per altro confermate dai vertici del produttore, di un possibile spin-off e la ritirata da un settore che negli ultimi 18 mesi ha significato per Motorola seri problemi di bilancio (la perdita operativa del quarto trimestre fiscale 2007 è stata di 1,2 miliardi di dollari)? E sono già state completate le valutazioni sul come riallineare strutturalmente e strategicamente un business che ha perso progressivamente peso nell'economia dei ricavi della società?

Brown a Barcellona ha provato a fare chiarezza e respinto con forza (almeno sulla carta) le pretese del finanziere Carl Icahn di separare la divisione dei telefonini dal resto dell'azienda ma la sensazione emersa fra i padiglioni del Mobile World Congress è quella di un'azione (quella del Ceo) mirata a valorizzare quanto meglio la "business unit" in perdita per venderla alle migliori condizioni di mercato possibili. Brown, oltretutto, dovrebbe inventarsi come poter risalire la china quanto a quote di mercato (Motorola oggi è scesa al 13% su scala mondiale lasciando via libera a Samsung per il secondo gradino del podio dietro Nokia, a fine 2006 aveva una market share intorno al 20%) e l'impresa si presenta tutt'altro che scontata. E il fatto che il resto delle attività del produttore (soluzioni e apparati wireless, set top box) sono in attivo sembrano essere un ulteriore indizio di quale potrebbe essere la strada che imboccherà il Ceo per soddisfare le richieste degli azionisti.

Matrimonio in vista nelle infrastrutture mobili?
Nel mezzo delle voci emerse circa il futuro di Motorola è arrivata anche quella, autorevole, del Wall Street Journal, che ha messo nero su bianco come le trattative tra la società e la canadese per unire le rispettive divisioni mobili in una jont-venture sarebbero state avviate un mese fa. L'operazione, che dai diretti interessati non è stata confermata ma neppure seccamente smentita, sarebbe la soluzione ai problemi che Motorola soffre nell'ambito delle infrastrutture di rete mobile, segmento che nel corso del 2007 ha visto la prepotente ascesa di produttori asiatici e cinesi in particolare. Il matrimonio con Nortel, che darebbe vita a un altro colosso aggregato nel campo delle reti in diretta concorrenza con Alcatel-Lucent e Nokia Siemens Networks, sarebbe una ghiotta occasione per ridare linfa ai conti della società e rispettare l'impegno di far crescere il valore del gruppo. Della possibile fusione paritaria con Nortel, il Ceo di Motorola non ha fatto cenno ma sul suo tavolo rimangono di certo i numeri di una divisione che genera la metà dei profitti del gruppo – 19 miliardi di dollari nell'esercizio 2007, su un totale di 36 miliardi – ma che è destinata anche nei primi mesi di quest'anno a produrre perdite.

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